Sono state oltre cento le persone che hanno partecipato questa mattina a Milano alla cerimonia di commemorazione dell'eccidio di Piazzale Loreto. Era il 10 agosto del 1944 quando 15 partigiani furono prelevati dal carcere di San Vittore e fucilati all'alba per ordine dei nazisti.
"C'è molta fierezza nel nostro essere qui - ha commentato la vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo - c'è riconoscenza perché quindici martiri sono stati uccisi in modo barbaro dal regime nazifascista ma sono sopravvissuti nella memoria collettiva".
L'anno prossimo saranno 80 anni dall'eccidio "e fin da ora sappiamo che dovremo prepararci tutti insieme a questo anniversario con un impegno rafforzato e non retorico".
Alla cerimonia c'era anche il vicepresidente della Regione Lombardia Marco Alparone: "Essere qui - ha detto Alparone - non è dovuto, è voluto. La presenza del nostro gonfalone di Regione Lombardia, così come degli altri enti, danno il significato di una presenza che serve a costruire memoria, presente e futuro".
Erano presenti, infatti, anche diversi sindaci della Città metropolitana. Per il presidente dell'Anpi Milano Roberto Cenati, i quindici martiri "ci chiamano a compiere un profondo esame di coscienza sui mali della nostra società che sono il riaffermarsi dei movimenti neofascisti, le ventate di odio e intolleranza e l'ondata di antisemitismo e xenofobia che sta invadendo l'Europa, il nostro stesso Paese e i nazionalismi".
Per quanto riguarda i movimenti neofascisti, "io credo che la Digos di Milano abbia sempre fatto un grande lavoro di documentazione. Occorrerebbero - ha aggiunto - delle sentenze esemplari della magistratura e da questo punto di vista ci sono stati importanti segnali" con la condanna "del responsabile principale, un ultrà della Lazio, dello striscione dispiegato nel 2019 su corso Buenos Aires inneggiante a Mussolini".
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