Il 23enne arrestato per aver
stuprato una 18enne, il 14 maggio dello scorso anno, in un
parcheggio vicino alla discoteca Tocqueville, in pieno centro a
Milano, dopo averla "caricata di peso" in auto, è riuscito anche
ad "ingannare l'addetto alla sicurezza del locale", dicendogli
che lei era la sua fidanzata, "in modo che lo lasciasse uscire
dalla discoteca in compagnia della vittima e addirittura lo
aiutasse a "caricarla" sulla macchina. Lo scrive il gip di
Milano Mattia Fiorentini nell'ordinanza di custodia cautelare
emessa a seguito delle indagini dell'aggiunto Letizia Mannella e
del pm Alessia Menegazzo, condotte dalla Squadra mobile. Giudice
che mette in evidenza nel provvedimento la "freddezza
dimostrata" dal giovane "nell'esecuzione della violenza sessuale
verso una vittima inerme", abusata mentre era in condizioni di
"inferiorità", perché aveva bevuto molto ed era "del tutto priva
della lucidità necessaria per esprimere il proprio consenso".
Agli atti anche il racconto, con la denuncia, della ragazza,
la quale ha messo a verbale che il 23enne, incontrato nella
discoteca quella notte, "mi ha subito detto di seguirlo ma io ho
detto di no (...) da quel momento l'unico ricordo che ho è che
faticavo a reggermi in piedi".
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