E' stato condannato a Milano a 1 anno e 4 mesi per falso, con pena sospesa e non menzione, Massimo Galli, l'infettivologo che fu in prima linea durante le fasi più drammatiche della pandemia di Covid ed ex primario dell'ospedale Sacco, ora in pensione.
Lo ha deciso la decima sezione penale del Tribunale, che ha invece assolto Agostino Riva, ai tempi suo stretto collaboratore. Il processo per turbativa d'asta - o in alternativa abuso d'ufficio - e per falso riguarda un filone dell'inchiesta milanese su presunti concorsi pilotati per posti da professore e ricercatore alla Facoltà di medicina dell'Università Statale di Milano.
I giudici hanno assolto Galli e Riva dalle accuse di turbativa d'asta o in alternativa abuso d'ufficio perché "il fatto non sussiste", ossia per la parte principale dell'inchiesta della Procura di Milano e cioè l'ipotesi che il bando sia stato pilotato. Solo l'infettivologo è stato invece ritenuto responsabile di falso in atto pubblico per un verbale, il numero 2 del 14 febbraio e di cui è stata ordinata la distruzione, in cui si era "dimenticato", come lui stesso ha affermato, di correggere un orario.
In sostanza, anche se poi lo spiegheranno le motivazioni - saranno depositate in 90 giorni - il collegio non ha condiviso l'impianto accusatorio. L'indagine dei pm Carlo Scalas e Bianca Maria Eugenia Baj Macario, che l'ha ereditata dal collega Luigi Furno ora al Consiglio di Stato, ha al centro le procedure per i posti di professore e ricercatore alla facoltà di Medicina dell'Università Statale ed era a carico di 25 persone tra docenti e collaboratori. Quello che è andato a sentenza oggi è il filone che riguarda Galli e il suo stretto collaboratore ed è limitato a un solo episodio. Si tratta di un concorso di quattro anni fa in cui Riva, che si è sempre occupato di temi come l'Hiv e immunocompromessi, il focus del bando, risultò il candidato vincente per il ruolo di professore di seconda fascia in malattie cutanee, infettive e dell'apparato digerente.
Per la Procura, che aveva chiesto le condanne a un anno e 10 mesi per il professore e a 1 anno e mezzo per il suo ex 'braccio destro' con il riconoscimento delle attenuanti generiche, quello non fu "un concorso vero": come ritiene sia emerso dalle intercettazioni, fu ritagliato "su misura", con i criteri valutativi predefiniti a favore di Riva. Il quale dal 2012 al Sacco rivestiva il ruolo di dirigente medico di primo livello. Una ricostruzione che il Tribunale, assolvendo per le imputazioni principali, si presume non abbia accolto.
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