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Il fidanzato di Sharon: 'Se serve sono pronto a nuovi interrogatori'

Il fidanzato di Sharon: 'Se serve sono pronto a nuovi interrogatori'

'Volevo un figlio da lei, non capisco perché sia capitato a noi'

ROMA, 19 agosto 2024, 12:32

Redazione ANSA

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Sergio Ruocco con i genitori di Sharon Verzeni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sergio Ruocco con i genitori di Sharon Verzeni - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Come vuole che stia, non faccio che chiedermi: perché è successo proprio a noi?". È quanto dichiara a Repubblica Sergio Ruocco, fidanzato di Sharon Verzeni, la barista uccisa a Terno d'Isola.

I carabinieri lo hanno sentito già due volte come persona informata sui fatti: "Abbiamo parlato della nostra vita, delle nostre poche amicizie. Io lo spero che mi chiamino! Se serve a dare una mano, certo che vado. Avrei preferito andarci già ieri, e ci andrei pure oggi".

Parlando del killer "io spero che prendano questa persona. Ma non ho idea di chi possa essere. Se lo sapessi, andrei dritto dai carabinieri. Non riesco a capire, voglio sapere". Ora vive a casa dei genitori della ragazza "perché almeno stiamo insieme, ci diamo supporto in un momento così difficile. Spero che lo prendano, è una persona che non merita di stare in giro, perché non sai cosa può fare ad altri. Non voglio chiamarla rabbia. Mi dà fastidio il fatto che speravo ci volesse meno tempo per prendere il responsabile".

La sera tra il 29 e il 30 luglio Sharon è uscita a passeggiare e lui è rimasto a casa: "Non riesco a ripensare a quella sera... preferirei davvero non ricordarla. Sharon è uscita tardi, non so perché, forse perché a quell'ora faceva meno caldo. Ma se avessi saputo le avrei detto: 'Aspetta, non uscire'. Non riesco ancora a realizzare che non avremo più una vita assieme, dopo oltre tredici anni".
    La villetta è sotto sequestro: "Se hanno ancora da fare all'interno, è giusto che i carabinieri facciano quello che devono. I carabinieri stanno facendo il loro lavoro. Poi, certo, spero qualcuno abbia il coraggio di dire qualcosa".

"Faccio l'idraulico. Lunedì prossimo torno al mio posto di lavoro. Io non ci credo ancora al fatto di non svegliarmi più alla mattina con lei. Mi dà fastidio pensare che non potremo più sposarci, che non potremo avere un figlio. Volevamo un bambino. Uno sicuro, forse di più. Non faccio che chiedermi: perché tutto questo è dovuto succedere proprio a noi? Non riesco a capire il motivo. Nella nostra vita non c'era nulla di strano". 
   

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