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Arcivescovo Milano apre il Giubileo 'vinciamo le nostre tenebre'

Arcivescovo Milano apre il Giubileo 'vinciamo le nostre tenebre'

Processione da Santo Stefano e celebrazione in Duomo

MILANO, 30 dicembre 2024, 10:04

Redazione ANSA

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Con una cerimonia in cui sono stati un elemento importante i migranti, si è aperto il 29 dicembre anche nell'arcidiocesi di Milano l'anno Santo.

Dopo la lettura della Parola nella chiesa di Santo Stefano, parrocchia dei migranti, è iniziata la processione verso il Duomo con alla testa la Croce lignea preparata per il Sinodo Minore milanese Chiesa dalle Genti, dove l'arcivescovo Mario Delpini ha celebrato la messa insieme ai Canonici del Capitolo Metropolitano, i membri del Consiglio Episcopale Milanese, i Cappellani dei Migranti e i Rettori delle Chiese penitenziali della Diocesi.

Nella sua omelia, Delpini ha invitato ad avere speranza nella vittoria sulle tenebre. Le tenebre che ha ciascuno di noi, quel "cruccio che tormenta", "rimorso troppo insopportabile", "senso di colpa per un errore irrimediabile", "rabbia della frustrazione", "cronaca di fallimenti delle storie in amore, nella professione". E le tenebre che ci sono nella società dove "indifferenze frantumano la convivenza e litigi creano rotture che sembrano insanabili", e e a livello mondiale tormentato dalle guerre dove "il buon senso ha abbandonato quei potenti della terra che decidono che gli altri sono nemici da eliminare".

Il giubileo, ha spiegato citando Papa Francesco, è "anno di grazia per dire che le tenebre possono essere vinte".

"La pace è possibile. La riconciliazione - ha aggiunto - è possibile. Le persone possono riconciliarsi, rispettarsi e mettersi a servizio l'uno dell'altro. Quale è il conflitto a cui io, non altri, voglio porre fine? Come possiamo noi, non altri, essere costruttori di pace?".

E' un intervento attivo quello che chiede Delpini per diventare pellegrini di speranza e di gioia perché "prenderci cura della gioia degli altri è la fonte certa della gioia vera".

"Ci mettiamo in cammino, pellegrini di speranza, per chiedere perdono e professiamo di credere nella promessa della pace" per "sanare i conflitti che ci vedono coinvolti per un'opera di riconciliazione che offre e chiede perdono e si propone percorsi di riparazione per rimediare". La cerimonia sarà ripetuta nel pomeriggio nelle 15 chiese giubilari dell'arcidiocesi. 

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