"Togliere il ruolo ai presidenti di
Regione con un emendamento della maggioranza è un colpo di
mano". Così il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli
definisce l'emendamento notturno della maggioranza che, nella
conversione del decreto relativo alla ricostruzione, toglie ai
presidenti delle Regioni Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio,
subcommissari al terremoto del 2016, il potere di condivisione
delle ordinanze commissariali. "Una manona - ha detto Ceriscioli
ai microfoni di RaiNews 24 - condivisa con il governo per dare
un segnale di neocentralismo. Ci aspettavamo un ruolo crescente
dei territori, si è verificato l'opposto. Anche i sindaci
vengono di fatto messi fuori, non ha più senso neanche
partecipare alla commissione paritetica. E' qualcosa che va
contro le aspettative di tutti e che renderà più difficile il
percorso di qualunque scelta. E' un'azione contraria ai principi
costituzionali, con il rischio di invalidare l'importante
strumento dell'emergenza per una mancata intesa con le Regioni".
"Finora nel rapporto tra Governo e Regioni per gestire le
ordinanze della ricostruzione era prevista l'intesa - ha detto
ancora il governatore delle Marche -, le Regioni collaboravano
con il governo per fare in modo che le ordinanze fossero il più
possibile aderenti alle esigenze del territorio nel rapporto con
le richieste dei sindaci, quindi l'intesa suggellava quel
rapporto tra governo e territorio nel gestire le diverse
situazioni che riguardano la ricostruzione. Incontravamo
assemblea dei sindaci e comitato istituzionale per poi portare
la voce del territorio su tutte le scelte, dalle opere da
realizzare a dove mettere risorse. Con questa eliminazione - ha
concluso - diventiamo soggetti esautorati rispetto al terremoto.
Una scelta assurda che mette in difficoltà lo stesso
commissario, lasciato solo a portare avanti le iniziative,
costretto a caricare tutto su di sé. Difficile da immaginare".
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