Nessun ripensamento nel Movimento 5
Stelle delle Marche su un'alleanza con il Pd dell'ultimo momento
per le regionali: "è una storia trita e ritrita, al di là degli
appelli e degli annunci, come Movimento Marche andiamo avanti
per la nostra strada" dice all'ANSA Roberto Fede, facilitatore
dell'area relazioni interne. "E' un percorso che si è formato -
aggiunge - proprio perché non c'è mai stata una reale
condivisione programmatica". E sul fronte del candidato "non
abbiamo visto la discontinuità che avrebbe potuto indurre a
qualcosa di diverso". "Stando così le cose, sia la destra che la
sinistra hanno visioni che non collimano" con quelle dei
pentastellati marchigiani, "a partire dalla sanità pubblica. Il
modello dell'ospedale covid della Fiera di Civitanova o quello
della Lombardia non rientrano nella nostra visione della sanità,
credo neanche in quella dei cittadini". "Strumentale", secondo
Fede, tirare in ballo per le regionali il recente voto su
Rousseau "che è legato alle comunali. Dove si è fatto un certo
percorso, come ad esempio in Liguria, dove si è trovato un
accordo su programma e candidato, quell'accordo è stato
sottoposto al voto su Rousseau. Qui nelle Marche è mancato quel
pre-requisito". Nessun passo indietro neanche sul 'laboratorio
Pesaro', dove la ex pentastellata Francesca Frenquellucci è
entrata in giunta, chiamata dal sindaco Pd Matteo Ricci. Fede
ricorre ad un esempio "da geometra: "se hai il permesso per fare
una casa di tre piani e ne fai un quarto, vieni condannata
perché ha fatto un abuso. Se dopo due anni cambia la normativa,
non puoi dire 'avevo ragione io, sono stata un precursore'.
L'abuso resta".
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