Semplificare l'utilizzo degli
aggregati derivanti dalle macerie del sisma 2016, anche per
'tombare' cave e come materiali di riempimento per opere
stradali e portuali; cercare depositi temporanei per stoccarle
al fine di evitare eccessivi costi di trasporto e programmarne
lo stock disponibile. Sono i due fronti sui quali, riferisce
l'assessore regionale delle Marche alla Ricostruzione post
sisma, Guido Castelli, la Regione sta lavorando insieme alla
struttura commissariale per rendere più fluido e funzionale lo
smaltimento e riutilizzo delle macerie private', circa 4.200
tonnellate nelle Marche.
"Occorre cercare di semplificare le norme, e ci vuole l'aiuto
dello stato, - auspica Castelli - per usare gli aggregati
riciclati per il tombamento delle cave: sarebbe ossequioso per
il principio di economia circolare usare il materiale del
terremoto per ri-naturalizzare questi ambienti. In secondo luogo
- aggiunge - creare piazzole di stazionamento che possano essere
utilizzate, magari in zone agricole debitamente autorizzate,
come depositi temporanei di materiali".
Quanto all'utilizzo delle macerie (per la quota utilizzabile)
Castelli ha riferito dell'interlocuzione con Quadrilatero, Rfi:
c'è la massima disponibilità di Rfi, e di Quadrilatero - afferma
- ma anche del Comune di Ancona, dopo un'interlocuzione con il
sindaco, per quanto riguarda i lavori del lungomare nord".
"Possiamo utilizzarle ma è necessario poter programmare lo stock
di materiale disponibile perché questi grandi lavori devono
potersi fondare su certezze: data le tonnellate necessarie -
spiega l'assessore - è necessario poi che dal terremoto emergano
tali disponibilità e stiamo cercando di allineare i tempi".
L'altro problema è "trovare depositi temporanei in cui, ad
esempio al porto di Ancona sia possibile arrivare a prezzi
abbordabili e prelevare il materiale senza pagare troppo di
trasporto".
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