Nell'ultimo anno le Marche
hanno registrato un'impennata (+50% rispetto all'anno
precedente: 830 rispetto a 565) di ricorsi per equa riparazione
per irragionevole durata del processo (sulla base della "Legge
Pinto"): tra il primo luglio 2020 e il 30 giugno 2021, ha
riferito il presidente della Corte d'appello di Ancona Luigi
Catelli, aprendo ad Ancona l'Anno giudiziario 2022, la Corte ha
emesso condanne per oltre 5 milioni di euro (5.043.489,43 euro)
e ha erogato oltre 4,3 milioni di euro per pagare precedenti
decreti di condanna.
Per le due sezioni della Corte, che si occupa di ristoro del
danno derivante da processi 'irragionevolmente' troppo lunghi,
tali cause hanno costituito la metà dei procedimenti
sopravvenuti compensando anche la riduzione di cause civili
dovuta ai vari stop parziali dei lockdown anti-Covid: "equivale
a dire - ha detto Catelli - che la Corte ormai lavora per una
parte significativa per giudicare se stessa e ritardi degli
uffici del distretto con il risultato che le cause ordinare
continuano a subire rallentamenti e che le disfunzioni
dell'apparato giudiziario appaiono ancor più aggravate", oltre
al danno per l'Erario. Al danno si somma la beffa: i pagamenti
in certi casi hanno favorito "debitori inadempienti o autori di
reati che, dalle lungaggini processuali, hanno beneficiato per
procrastinare il pagamento di quanto dovuto o lucrare dalla
prescrizione del reato".
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