Un marchigiano su quattro avverte
l'aumento di antisemitismo ma sarebbe precipitoso parlare di uno
specifico allarme regionale. Emerge da una ricerca realizzata da
Klaus Davi in occasione dell'incontro "Marche, comunicazione
ebraismo" tenutosi al Palazzo Gradari di Pesaro alla presenza
anche di Marco Ascoli Marchetti (Presidente della Comunità
ebraica di Ancona) e di Giulio Disegni (Vicepresidente
UCEI-Unione delle Comunità Ebraiche Italiane).
Dalla ricerca emerge anche l'interesse verso la cultura e il
culto ebraico. In particolare il 62% dei marchigiani sarebbe
interessato all'apertura di un ristorante Kasher in regione; il
65% vorrebbe approfondire la conoscenza della cultura ebraica in
generale; il 57% si dice favorevole a un'intensificazione dei
rapporti fra università marchigiane e università israeliane; il
78% giudica positivamente l'attività di promozione delle Marche
come meta di turismo ebraico; il 55% è a conoscenza del fatto
che nelle Marche ci fossero campi di concentramento e comuni di
internamento.
Di contro, solo il 22% ha visitato una sinagoga nelle Marche;
solo il 23% conosce l'antico cimitero ebraico di Ancona; solo il
12% conosce la storia della famiglia ebraica Recanati. Il 45%,
infine, ritiene soddisfacente quanto fanno scuole e università
per favorire la conoscenza della cultura ebraica mentre il 23%
dice che potrebbero fare di più e il 19% dà un voto
insufficiente.
La ricerca si è inoltre focalizzata sulle potenzialità dei
beni culturali nella regione con qualche proposta di
valorizzazione di icone giudaiche nelle Marche come in
particolare: la Sinagoga di Pesaro, la città di Ancona come
simbolo di apertura ma anche di persecuzioni, l'antico cimitero
"Campo degli Ebrei", il quartiere ebraico di Apecchio,
l'Itinerario Ebraico che comprende 25 città della regione.
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