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Diritto alla casa, alloggi pubblici abbandonati a Senigallia

Diritto alla casa, alloggi pubblici abbandonati a Senigallia

Striscioni Arvultùra fuori da ex colonie marine e video denuncia

SENIGALLIA, 28 novembre 2024, 14:51

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Trentasei camere con posti letto, bagni, cucina e sale comuni giacciono abbandonate da anni sul lungomare Da Vinci a Senigallia (Ancona). La denuncia arriva da alcuni attivisti dello Spazio Autogestito Arvultùra che chiamano in causa l'Amministrazione comunale perché utilizzi quei locali di proprietà pubblica per dare una risposta all'emergenza abitativa particolarmente avvertita in città.
    Gli attivisti, che da mesi stanno portando avanti una campagna informativa sul diritto all'abitare, sono riusciti a intrufolarsi all'interno delle colonie marine ex-Gil, filmando lo stato di degrado e abbandono dei locali fino a pochi anni fa gestiti dalla Uisp cittadina. "La struttura è di proprietà del demanio terrestre, giace abbandonata da anni, almeno del 2017. - ricorda Arvultùra - Chiediamo al sindaco Olivetti e alla sua maggioranza se sono previsti interventi di ripristino, soprattutto con i soldi del Pnrr. In una città dove l'emergenza abitativa è cronica, il recupero edilizio di una struttura abbandonata di proprietà pubblica rappresenta un'opportunità unica: non solo perché risponderebbe ad esigenze abitative urgenti, ma darebbe anche un segnale forte contro la speculazione immobiliare e il predominio del mercato privato".
    Con benefici, secondo i giovani di Arvultùra, che si estendono in più campi: "mantenere la proprietà pubblica garantisce che gli interessi collettivi prevalgano su quelli privati. Evitando così che il mercato immobiliare privato tragga profitto dalla crisi abitativa, concentrando invece le risorse su soluzioni a lungo termine e sostenibili dal punto di vista ecologico poiché non prevedrebbe altro consumo di suolo". Il video di denuncia è stato accompagnato da alcuni striscioni per reintrodurre il contributo affitto e per evitare l'ennesima speculazione edilizia.
   

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