Un calcio all'illegalità
Ad Acerra, grazie ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, è nato un centro che accoglie i ragazzi per fare sport e doposcuola. Ma soprattutto per strapparli, attraverso il gioco e l’educazione, alle reti criminali
Il campo di calcio è proprio dietro la Cattedrale. I due pali che facevano da porta e il fango a terra sono stati sostituiti da un vero campetto a cinque in erba sintetica. “Mi sembrava che stavo in uno stadio”, dice con un simpatico accento campano Mario, uno dei piccoli che frequentano l’oratorio, raccontando la prima volta che ha visto il campo rifatto. Gli occhi ancora sorridono.
Siamo ad Acerra, in provincia di Napoli, nel centro storico, dove la Chiesa locale, grazie ai fondi dell’8xmille, ha deciso di essere un punto di riferimento per i ragazzi dei quartieri più disagiati. Si gioca a calcio ma non solo: c’è chi impara le prime mosse del karate, chi prepara una esibizione teatrale ma anche chi sperimenta l’utilità del computer o più semplicemente fa i compiti per la scuola con l’aiuto di ragazzi più grandi.
Educ.Arte.Nativo, l’oratorio-doposcuola di Acerra, non è solo un luogo dove le famiglie possono lasciare i loro figli. E’ molto di più. Non si può nascondere infatti che in questo angolo d’Italia, come in tante altre zone del Paese dove è forte la presenza della criminalità organizzata, un posto come questo è davvero “simbolo di legalità”, dove poter strappare i giovani alla rete dello spaccio o dei piccoli furti.
“Ti vengo a cercare”, questo lo slogan del progetto nato nel 2015, che ogni giorno apre le sue porte ad una settantina di bambini tra i 6 e i 13 anni
Tutte le attività sono completamente gratuite grazie all’impegno di decine di volontari ma anche alle sinergie che intorno a questo progetto si sono sviluppate tra le istituzioni e il mondo ecclesiastico. “Ti vengo a cercare perché è proprio in strada che i nostri volontari intercettano i minori in difficoltà, – racconta Vincenzo Castaldo, il nuovo direttore della Caritas di Acerra – facile preda della criminalità organizzata che, ad Acerra, opera proprio nel cuore della città, nel nostro quartiere. L’obiettivo prioritario è strapparli ad un destino, ormai scontato, ed accoglierli nelle nostre aule dove, grazie agli educatori, scoprono il piacere dello studio e dell’aiuto reciproco”. Un obiettivo che è stato raggiunto grazie al contributo di 280mila euro triennali, dai fondi dell’8xmille, per ristrutturare lo spazio e renderlo accogliente.
Dall’uscita da scuola all’ora di cena qui si cerca di combattere lo svantaggio sociale e grazie ad una squadra di circa novanta volontari si offre l’animazione-educazione di bambini e ragazzi, la didattica a distanza, le attività sportive.
“Questi ragazzi sono i nostri figli e nipoti. Dobbiamo proteggerli e creare le condizioni per garantire loro un futuro degno di un Paese civile”, dice monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra.
Suor Savina corre sul campetto e non si cura né del velo né dei suoi anni. Con questi bambini anche lei è tornata a giocare. Ma soprattutto i volontari sperimentano con i piccoli una relazione profonda. “Tanti di loro – dice Maddalena, una delle volontarie - hanno bisogno di affetto. Vengono e ti abbracciano all'improvviso, hanno bisogno di una carezza. Cose che sembrano sciocche che però nelle loro famiglie a volte non ricevono”.
Nell’oratorio si cresce e si impara a volersi bene l’un l’altro, e soprattutto a sognare un futuro migliore. “Dobbiamo lasciare a questi ragazzi in eredità un mondo sano e pulito e anche un mondo giusto – conclude un altro volontario - dove tutti quanti abbiano le stesse opportunità”.