"Basta col bullismo, ha conseguenze devastanti: puo' distruggere le persone". E' l'appello di Imane Khelif, pugilatrice algerina al centro del caso più eclatante di Parigi 2024, rivolto "alle persone di tutto il mondo". "La mia famiglia a casa è preoccupata, in Algeria", ha detto l'atleta intersex all'emittente Sntv, parlando delle polemiche e dei sospetti sul suo genere femminile.
"La sento due volte a settimana, spero non siano troppo profondamente feriti da tutto questo. Vincere l'oro sarebbe la mia miglior risposta". Khelif era stata esclusa dai Mondiali dall'Iba dopo un test del Dna, ma ammessa ai Giochi dal Cio.
"Rivolgo un appello a tutte le persone del mondo - dice Khelif nell'intervista alla tv americana -. Rispettate i principi dei Giochi, quelli contenuti nella carta olimpica: rifiutate il bullismo su ogni atleta, perché ha conseguenze pesanti. Puo' distruggere le persone, uccide i pensieri, lo spirito e la mente e puo' dividere i popoli".
L'Iba insiste, Khelif e Lin sono uomini
Imane Khelif e Lin Uon Ting "sono uomini": la federazione mondiale del pugilato (Iba) torna all'attacco e per la prima volta dichiara esplicitamente il risultato dei due test sulle pugilatrici escluse dai Mondiali e ora in gara alle Olimpiadi. In una conferenza stampa a Parigi, con il presidente russo Umar Kremlev in videoconferenza, i dirigenti Iba hanno rivelato alcuni dettagli degli esami svolti. "Un primo test del sangue nel 2022 rivelò anomalie, poi confermate nel 2023: le due pugilatrici presentavano un 'cariotipo' anomalo, che indica che sono maschi", ha aggiunto il presidente del comitato medico Iba, Ioannis Fillipatos
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