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L'Algeria in piedi per Khelif, 'prenditi l'oro'

L'Algeria in piedi per Khelif, 'prenditi l'oro'

Premio da 24mila euro, e il mondo la osanna: 'Sei una super donna'

PARIGI, 07 agosto 2024, 18:46

dell'inviata Alessandra Rotili

ANSACheck
L 'Algeria in piedi per Khelif,  'prenditi l 'oro ' © ANSA/AFP

L 'Algeria in piedi per Khelif, 'prenditi l 'oro ' © ANSA/AFP

Yamina è francese, ma il cuore è algerino. Ed è esploso di gioia quando Imane Khelif si è guadagnata la finale per l'oro ai Giochi di Parigi.

E un posto in paradiso. "Dicono che non sia donna? E' vero, è una super donna" sorridono con Yamina i tantissimi tifosi che in questi giorni, attorno al ring, hanno fatto cartello per sostenere la loro eroina, un idolo nel Paese nordafricano, che quando rientrerà a casa sarà trattata con gli onori dei più alti in grado.

 A prescindere da quello che succederà venerdì sera nel Centrale del Roland Garros che sembrerà Las Vegas quando Imane salirà sul ring e sfiderà la cinese Liu Yang: dieci minuti, o giù di lì, per giocarsi il titolo olimpico, categoria -66kg. Un immenso traguardo per la pugile 25enne che, partita dal villaggio di Biban Mesbah, a una decina di chilometri da Tiaret, di strada ne ha fatta tanta: il mondo, quello lontano dal ring, l'ha conosciuta quando è stata travolta dalla "odiosa campagna razzista" come hanno definito in Algeria gli attacchi all'atleta, che sono arrivati a definire trans: ma lei, iper-androgina e per questo monitorata sui livelli endogeni di testosterone, era nota al popolo che incrocia i guantoni, è vice campionessa del mondo, ha sfidato tante avversarie, ha fatto stage negli Usa, a Singapore, l'hanno conosciuta anche ad Assisi al centro tecnico italiano, ed è stata in collegiale in Francia, nelle Ardenne, proprio in avvicinamento alle Olimpiadi, Non "una neofita" sottolineano piccati i giornalisti algerini, che in questi giorni stanno raccontando l'apoteosi dell'atleta nazionale partita dal nulla, bullizzata a scuola, costretta ad allenarsi di nascosto anche dal padre, perché una donna nata in Algeria, anche se a ridosso degli anni 2000, non può fare la boxer.
    Una mano gliel'ha data suo zio Rachid Jabeur, prendendola sotto la sua ala protrettrice quando la passione per lo sport di una giovanissima Imane aveva cominciato ad alimentare le 'chiacchiere' e costringere anche papà Amar a imporre divieti.
    Imane non molla, va avanti con gli studi fino al secondo anno di liceo, prima di entrare a far parte dell'Istituto di Scienze e Tecnologie dello Sport ad Ain Benian, ad Algeri. Giocava a calcio, poi la folgorazione con la boxe: che ora l'ha resa una delle celebrità in patria. Entrata nella sezione sportiva della Protezione Civile, Khelif ha beneficiato degli investimenti che il governo di Abdelmadjid Tebboune sta facendo sullo sport nazionale: cifre ingenti per far salire il livello, e la spedizione a Parigi ha già fruttato l'oro nella ginnastica con Kaylia Nemour ("sostengo Imane con tutto il cuore" ha detto della pugile la 17enne francese che ha scelto di gareggiare con i colori del paese di mamma e papà).
    Di sicuro Khelif riceverà il premio in denaro destinato agli atleti, così come definito da una legge del Paese ormaia datata 2015: 3.5 milioni di dinari (24mila euro) se fosse oro, 12.500 se fosse argento. E intanto piovono congratulazioni, anticamera di benemerenze che faranno di Khelif - già ambasciatrice Unicef - la sportiva almeno dell'anno del suo paese. "Ha saputo trasformare tutto questo odio in sostegno" dicono i tanti tifosi che qui a Parigi dall'Arena nord, dove l'algerina ha combattuto il più fulmineo dei match, i 46" con Angela Carini, finiti con il ritiro dell'azzurra e le polemiche planetarie, fino al Roland Garros dove adesso l'attendono per il match dell'apoteosi. I complimenti dall'alto piovono: "Qualificazione alla finale meritata, nonostante l'odiosa campagna, rendiamo onore all'orgoglio della boxe algerina" le parole del presidente del Consiglio della Nazione, Salah Goudj. Ora anche il papà pastore e fabbro si è ricreduto. Sua figlia è una delle personalità ora più celebrate in Algeria; ma in tutto il mondo è scattata la campagna pro Imane. I followers della pugile in pochi giorni in questi giorni caldi parigini sono passati da 12mila a un milione e mezzo. E dentro il coro è quasi unanime: dall'Australia all'Ungheria, dal Brasile alla Colombia, con tantissima Italia in mezzo. "Siamo tutti con lei" sorride Djamal che con gli altri algerini qui a Parigi sta aspettando il grande giorno.
   

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