Un percorso espositivo per
riflettere sulla trasformazione del lavoro nel passaggio dal
modello industriale a quello digitale, tra precarietà e
riscatto. E' la collettiva 'Vogliamo tutto. Una mostra sul
lavoro, tra disillusione e riscatto', a cura di Samuele Piazza
con Nicola Ricciardi, dal 25 settembre nell'hub culturale delle
Ogr Torino, luogo simbolo della transizione verso nuovi modelli
di produttività.
La mostra, che sarà aperta fino al 16 gennaio 2022, prende
il titolo dal romanzo 'Vogliamo tutto' dell'artista e scrittore
Nanni Balestrini, pubblicato nel 1971, che racconta l'autunno
caldo della Torino del 1961. Il libro diventa il punto di
partenza dell'indagine sulla condizione del lavoro nel mondo
attuale e sulla necessità di re-immaginare il futuro. Le
installazioni, le sculture, i video e le performance di tredici
artisti invitano a osservare i resti del passato industriale e
le ambivalenze delle nuove condizioni lavorative.
Colpiscono il video di Kevin Jerome Everson, Century, che
riprende la demolizione dell'omonimo modello di automobile, e
l'indagine sociale di LaToya Ruby Frazier, The Last Cruze, che
testimonia le conseguenze della chiusura di uno stabilimento
General Motors sulla comunità di Lordstown, in Ohio.
E' uno scenario a volte inquietante quello che appare nel
video Technologies of Care di Elena Giardina Papa, una raccolta
di interviste a operatrici on line di servizi di cura alla
persona 'a tempo', rappresentanti di una forza lavoro
invisibile, mentre l'installazione video In Real Life di Liz
Magic Laser svela, in forma di reality show, il labile confine
tra lavoro e tempo libero grazie al coinvolgimento di cinque
gig-worker alla ricerca di un nuovo equilibrio.
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