"Fermo disappunto" per "l'assenza
di programmazione nella difesa del territorio da parte delle
autorità, e in particolare nei confronti del bacino del Misa,
già colpito otto anni fa da un evento, diverso per intensità e
tipologia di fenomenologia atmosferica, ma simile per i danni".
E il messaggio che arriva dal convegno 'Geosciences for a
sustainable future' promosso a Torino dalle Società Geologica
Italiana e Società Italiana di Mineralogia e Petrologia, che a
Torino ha coinvolto 1.100 scienziati provenienti da Università e
Enti di ricerca italiani e stranieri I lavori, che si svolgono a
Torino Esposizioni, sono stati aperti - e lo stesso accadrà
domani e il 21 settembre - con un minuto di silenzio per
ricordare le vittime e le popolazioni colpite dall'alluvione
nelle Marche.
"Deve essere ricordato - ha afferma il professor Giovanni
Crosta, esperto della Società Geologica Italiana e docente di
Geologia Applicata presso l'Università di Milano Bicocca - che
la comunità scientifica da tempo segnala alle autorità
competenti che la fragilità del nostro Pianeta dipende anche
dalla sua complessità, costituito da ambienti ed elementi
diversi ma fortemente interdipendenti. Eventi, quasi istantanei
rispetto alla lenta evoluzione di raggiungimento dell'equilibrio
porta forzatamente a risposte ingigantite nel tentativo di
ritrovare una condizione di equilibrio. Ciò impatta fortemente
su tutto il patrimonio urbano, storico e anche di opere di
difesa del suolo costruito nel tempo, spesso senza considerare
l'effetto su o la risposta di un intero sistema ma
concentrandosi sull'effetto locale".
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