E' stato riaperto da un gip del
tribunale di Torino il caso di Angelo Libero, un detenuto nel
carcere cittadino che il 23 luglio 2023 si tolse la vita
impiccandosi con il laccio di una scarpa nella cella di un
reparto ordinario. La pm Delia Boschetto aveva proposto
l'archiviazione del procedimento, che è a carico di ignoti, ma
la giudice Francesca Roseti ha accolto l'opposizione presentata
dai legali dei familiari dell'uomo, gli avvocati Gianluca Vitale
e Pier Lorenzo Tavella.
Secondo il gip "non sono stati svolti puntuali
approfondimenti investigativi sotto il profilo della correttezza
nella gestione" del detenuto, che oltre ad avere avuto dei
problemi di tossicodipendenza soffriva di un disturbo di
carattere psichiatrico e quindi versava in condizioni che
richiedevano "un peculiare livello di attenzione".
Libero, che era stato portato in carcere dopo avere violato
in più occasioni il regime di detenzione domiciliare, aveva
tentato di togliersi la vita altre due volte, a febbraio e
giugno. A luglio era classificato come un soggetto "a rischio
lieve". A parere del giudice servirà, tra l'altro, una
consulenza specialistica per capire se vi fu nesso fra il gesto
anticonservativo e le condizioni di salute mentale dell'uomo,
quindi verificare se i livelli di attenzione (che nel corso dei
mesi oscillarono più volte verso una maggiore o minore gravità)
erano adeguati.
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