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Responsabilità editoriale di PRIMA PAGINA ITALIA
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Alcuni esperti hanno individuato l’infiammazione della congiuntiva (congiuntivite) tra le manifestazioni dell’infezione da coronavirus. Ma è davvero così? Quando dobbiamo allarmarci?
In generale, la congiuntivite virale si distingue dalla variante batterica ed allergica per la lacrimazione abbondante e per la fotofobia.
Inoltre, l'origine virale della congiuntivite è pressoché certa in presenza dei tipici sintomi influenzali: questa condizione è strettamente legata a raffreddore ed influenza.
Pertanto una congiuntivite acuta e isolata non deve allarmare e far pensare ad un'infezione da coronavirus.
Bisogna, invece, porre più attenzione se si accompagna ad altri sintomi che rientrano nel quadro clinico precedentemente descritto per la COVID-19.”, afferma il dottor Gianvito Tavano, ma vediamo nei dettagli:
Gli occhi possono essere un bersaglio del virus e la manifestazione dell’infezione descritta è una congiuntivite virale.
Questo fu chiaro fin dall’inizio come ci insegna la storia del giovane oculista cinese Li Wenliang, di Wuhan, che per primo in Cina comprese la presenza di una nuova possibile epidemia e diede l’allarme nel Dicembre scorso dopo aver visitato numerosi pazienti affetti da polmonite con associata congiuntivite di aspetto virale che gli ricordavano l’aspetto clinico descritto durante l’epidemia Sars.
Oltre a questo va aggiunto che recenti studi hanno messo in luce come l’occhio possa essere una porta d’ingresso per il virus ( attraverso la congiuntiva) e più recentemente anche una fonte di possibile contagio avendo riscontrato il virus SarsCov2 attivo anche nelle secrezioni oculari. Tali evidenze sono attualmente ancora oggetto di studio e approfondimento.
La congiuntivite è un'infiammazione della congiuntiva, una membrana mucosa che ricopre il bulbo oculare e la parte interna delle palpebre.
La sua funzione è quella di protezione dell’occhio oltre che di facilitare lo scorrimento delle palpebre nelle fasi di ammiccamento, mediante la secrezione della lacrime.
iperemia di grado variabile (arrossamento degli occhi);
chemosi (rigonfiamento con liquido a livello della congiuntiva in corso di infiammazione);
bruciore;
prurito;
intolleranza alla luce (fotofobia);
secrezione più o meno intensa e di aspetto diverso a secondo dell’origine dell’infiammazione;
talvolta linfoadenopatia preauricolare (ingrossamento dei linfonodi all'attaccatura della mandibola).
La congiuntivite da Coronavirus è una congiuntivite virale.
Le caratteristiche cliniche generali della congiuntivite virale sono:
iperemia congiuntivale (arrossamento) di grado variabile;
reazione follicolare della congiuntiva tarsale;
intensa fotofobia e lacrimazione;
scarsa secrezione;
monolateralità;
possibile linfoadenopatia preauricolare (ingrossamento dei linfonodi all'attaccatura della mandibola).
Tali caratteristiche cliniche sono comuni in tutte le infezioni congiuntivali di origine virale e non esistono attualmente segni o sintomi precisi che possano differenziare una congiuntivite da Coronavirus da congiuntiviti di altra origine virale (es. Adenovirus frequente in corso di influenza): è quindi fondamentale come afferma il dott.Gianvito Tavano, fare una corretta diagnosi differenziale con una precisa anamnesi e approfondito esame obiettivo.
Quindi è importante ricordare che i pazienti con congiuntivite virale associata ai sintomi descritti dall’OMS come riferibili a Covid-19 potrebbero avere congiuntivite da Coronavirus, la congiuntivite infatti potrebbe essere anche un primo sintomo.
L’indicazione resta quindi quella di contattare il medico oculista che potrà aiutare a caratterizzare la congiuntivite in corso e dare corrette indicazioni terapeutiche e di approfondimento diagnostico.
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