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Responsabilità editoriale di SEO Cube S.r.l.
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Le case intelligenti (o, per usare l’espressione inglese, smart home) stanno diventando una realtà sempre più diffusa sul panorama italiano e internazionale: secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, nel 2020 il mercato dell’Internet of Things nel nostro Paese si è attestato a 6 miliardi di euro, di cui 505 milioni di euro rappresentati dall’innovazione in ambito domotico.
Anche su questo fronte, però, l’Italia non ha ancora il passo veloce di altri Paesi: qui infatti il numero medio di dispositivi è 6 per ogni abitazione, solo un terzo di quello del Regno Unito (18 ogni 10 case) e la metà di quello francese (12). Ne abbiamo parlato con Andrea Giorgi e Angelica Filomena di www.smartdomotica.it, il sito web italiano dedicato proprio alla domotica e smart home, che ci aiutano a comprendere qual è lo scenario nello Stivale e quali le criticità che il comparto deve superare per una piena affermazione.
I dispositivi domestici intelligenti si sono scontrati finora con almeno tre grandi ostacoli: scarsa penetrazione di Internet a banda larga rispetto ad altri Paesi, dubbi relativi alla privacy e costi elevati.
Solo fino a pochi anni fa, gli impianti domotici erano una prerogativa di installatori professionisti, con relativi prezzi non alla portata di tutti; il lancio di Alexa e Google Home, contestualmente alla crescita del mercato IoT, ha accelerato il processo di democratizzazione della domotica, che si è pian piano spostata più sul fai da te, e oggi chiunque può creare una smart home o casa intelligente con pochi euro. Basta acquistare un hub di gestione e diversi dispositivi smart per controllare luci, elettrodomestici, tapparelle e tante altre aree della casa.
Il ritardo nazionale, poi, dipende anche da elementi tecnici: nel Regno Unito e negli USA, ad esempio, gli smart speaker e i dispositivi smart in generale sono arrivati con largo anticipo rispetto all’Italia e questo ha sicuramente influenzato le tempistiche di diffusione.
Possiamo però essere ottimisti, perché stiamo recuperando terreno a gran velocità, anche grazie al processo di digitalizzazione del Paese, e da questo punto di vista la pandemia sta funzionando da acceleratore.
Sicuramente le preoccupazioni relative alla privacy, che però sono comprensibili: dopo tutto, stiamo parlando di dispositivi che hanno “orecchie” e “occhi” (microfoni e telecamere) sempre attivi. Tuttavia, tutti i brand operanti nel settore stanno ponendo una grande attenzione alla privacy degli utenti, basti pensare alla possibilità di silenziare il microfono degli smart speaker o coprire fisicamente la telecamera integrata.
Come detto, poi, soprattutto in passato hanno influito la poca penetrazione di Internet veloce nelle case degli italiani e una sorta di scetticismo nei confronti delle novità. Come in ogni mercato, ci sono i cosiddetti pioners e early adopters che aprono la pista a chi è più conservativo.
Il nostro lavoro è di guidare il consumatore nella scelta di prodotti e soluzioni che possano facilitare la vita di tutti i giorni. Una volta compresi gli enormi vantaggi derivanti da una casa smart, difficilmente si torna indietro. Da questo punto di vista, abbiamo sempre cercato di mettere l’accento sugli aspetti positivi della smart home, sottolineando come l’utilizzo di dispositivi intelligenti possa realmente aiutare.
Sono molteplici. Il più immediato è la comodità: poter gestire (e far funzionare tutti in sinergia, se lo si desidera) diversi dispositivi con il minimo sforzo, utilizzando semplicemente lo smartphone o la voce, è un aiuto impagabile, soprattutto per determinate fasce di popolazione (basti pensare a persone anziane o con disabilità, le quali possono solamente trovare beneficio dal controllo vocale dei dispositivi).
Ma è utile anche il controllo da remoto o tramite il geofencing: ad esempio, possiamo attivare l’impianto di riscaldamento solo quando viene rilevata la nostra posizione nei pressi dell’abitazione, oppure disattivarlo in automatico quando lasciamo casa.
In generale, adoperare dispositivi smart permette di risparmiare sulle bollette, perché i software di gestione di questi strumenti offrono funzionalità intelligenti mirate all’ottimizzazione energetica, oltre che la possibilità di una programmazione puntuale del funzionamento e, spesso, un monitoraggio reale dei consumi (pensiamo ai termostati intelligenti o alle prese elettriche smart). Risparmio che, ovviamente, ha un effetto anche sull’ambiente, perché con una casa smart si riducono gli sprechi.
Una casa smart è quella che permette di semplificare (e automatizzare in alcuni casi) azioni o routine quotidiane, portando così, come già accennato, risparmio energetico, flessibilità e comodità. Per quanto riguarda i prodotti must-have, in realtà, dipende molto dalle esigenze personali. Sicuramente tra i top 5 possiamo citare quelli relativi all’illuminazione intelligente (in primis le lampadine); gli interruttori smart che permettono la domotizzazione di elementi come cancelli, portoni e tapparelle: i termostati intelligenti; i robot aspirapolvere e lavapavimenti e le prese WiFi. Tuttavia, questa lista è limitativa perché ormai la quasi totalità dei dispositivi a casa può essere smart, come ad esempio le Smart TV, che adesso rappresentano lo standard già da alcuni anni.
Un prodotto che ci ha colpito, soprattutto per la semplicità dell’idea alla base, è Switchbot, un piccolo dispositivo che rende smart un dispositivo che prima non lo era. Si tratta di un apparecchio dotato di un braccetto meccanico da apporre su un qualsiasi pulsante, che può essere quello di accensione della macchina del caffè o quello della luce del soggiorno: al nostro input (vocale o da smartphone), il braccetto si alza e si abbassa per premere il pulsante.
È invece quasi impossibile individuare il prodotto più utile, perché questa risposta è molto legata alle esigenze personali. Dal nostro punto di vista, un termostato intelligente (e relative valvole per ogni stanza) può davvero fare la differenza, perché riduce al minimo gli sprechi derivati dal riscaldamento domestico, storicamente una delle voci che pesano di più sul bilancio familiare e che più impattano l’ambiente. I termostati intelligenti di ultima generazione sono dotati di intelligenza artificiale e funzione di auto-apprendimento: in altre parole, adattano il proprio funzionamento in base alle abitudini specifiche di ogni nucleo familiare e alle condizioni meteo esterne. Ma utili sono anche i robot aspirapolvere e lavapavimenti, prodotti che adesso presentano prezzi più accessibili e che una volta provati è difficile abbandonare.
La guida più letta è sicuramente dedicata alle varie soluzioni che permettono di collegare lo smartphone al TV, ma in generale abbiamo notato un forte interesse per le guide in cui spieghiamo come rendere smart dispositivi “tradizionali” grazie all’adozione di un dongle, ovvero un piccolo dispositivo dal costo di pochi euro che, tramite diversi tipi di tecnologia (infrarossi, Bluetooth, WiFi o altri protocolli di comunicazione), permette il controllo da smartphone, da remoto o tramite la voce dei diversi elettrodomestici a cui viene collegato (TV, condizionatore, ecc.).
C’è anche da dire che Smartdomotica si occupa di argomenti che non solo parlano di smart home, ma anche di smart life: per esempio, tra le nostre guide più di successo ricordiamo quelle relative ai monopattini elettrici e alle bici elettriche.
Sicuramente continuare con il lavoro di divulgazione, scovare nuovi prodotti smart (anche di nicchia) e testare con oggettività le soluzioni smart e non, che possono aiutare a facilitare la vita quotidiana. Questo non solo per il mercato italiano: abbiamo infatti da poco lanciato un sito in lingua spagnola, che ha già diverse migliaia di visitatori mensili, e speriamo di poter continuare a crescere motivati da curiosità e amore per l’innovazione.
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