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Sesta commissione discute attività Istituto Ville venete

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Sesta commissione discute attività Istituto Ville venete

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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

ok all’uscita della Regione dalla Fondazione Italia-Cina

03 luglio 2024, 15:19

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

(Arv) Venezia 3 lug 2024 – L’operato dell’Istituto regionale Ville venete riscuote l’apprezzamento della commissione Cultura del Consiglio veneto. La commissione guidata da Francesca Scatto (Lega-Lv), affiancata da Elena Ostanel (Il Veneto che vogliamo) alla vicepresidenza, ha preso atto dell’attività svolta nel 2023 dall’ente regionale presieduto da Amerigo Restucci, che sovrintende alla gestione delle oltre 4 mila ville sparse nel territorio veneto e friulano. L’Irvv a fine 2023 ha chiuso il bilancio in attivo, con un totale di 130 mutui attivati nel corso dei suoi 35 anni di attività, per un totale di 8,3 milioni di crediti relativi a interventi di manutenzione, conservazione e valorizzazione di antiche ville venete. “Il plauso della commissione va in particolare all’attività di valorizzazione e promozione delle ville venete – ha sottolineato la presidente – che rappresentano un patrimonio storico, artistico, culturale e ambientale unico nel panorama mondiale. L’ente regionale sta dimostrando grande impegno e buoni risultati nel coinvolgere scuole, università del tempo libero e della terza età, associazioni ed enti culturali come il Fai nell’apertura delle ville, pubbliche e private, e nella divulgazione ad ampio spettro della conoscenza e dello studio di questa peculiarità monumentale della terra veneta”. La commissione ha poi approvato, senza voti contrari, l’uscita della Regione Veneto dalla Fondazione Italia-Cina, che dal 2022 è diventata Italy China Council Foundation ICCF con l’ingresso della camera di commercio Italo Cinese. Il recesso è motivato con il venir meno di ogni interesse regionale a rimanere associati all’ente, fondato nel 2003 da Cesare Romiti, e nel quale la Regione del Veneto aveva fatto ingresso come socio fondatore “al fine – affermava la legge di adesione n. 9 del 2006 - di sviluppare le relazioni istituzionali, sociali, culturali ed economiche con le province e le città della Repubblica Popolare Cinese”. Ragioni oggi superate dai canali istituzionali attivati nel frattempo, si legge nella relazione del disegno di legge all’esame della commissione: “La Regione del Veneto si interfaccia direttamente con gli enti territoriali cinesi per il tramite delle rappresentanze diplomatiche italiane e partecipa ad eventi di alto livello istituzionale nei rapporti tra Italia e Cina senza la promozione o il supporto della ex Fondazione Italia-Cina. Si ritiene pertanto, anche alla luce della riduzione degli stanziamenti disponibili, che l’attuale adesione, se pur in forma ridotta, non porti più beneficio alla Regione o al tessuto imprenditoriale veneto, pertanto se ne propone il recesso”. Infine, con la presentazione da parte del primo firmatario Luciano Sandonà (Lega-Lv), presidente della commissione Affari istituzionali del Consiglio, la commissione ha dato avvio all’iter istruttorio della proposta di legge n. 270 “Norme per la valorizzazione dei leoni marciani”, sottoscritta, tra gli altri, anche dal presidente del Consiglio Roberto Ciambetti. I cinque articoli del progetto di legge mirano a tutelare la presenza di leoni marciani, di proprietà pubblica o privata, in quanto testimonianze dell’identità storica e culturale del Veneto e figure simboliche che rappresentano l’appartenenza geografica al territorio della Repubblica di Venezia. Per gli interventi prospettati – di restauro, ripristino, conservazione o di nuova realizzazione – il progetto di legge mette a bilancio 100 mila euro l’anno in conto capitale, più 10 mila euro per le spese correnti.

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