(di Paolo Melchiorre) (ANSA) - BARI, 9 AGO - Il commento più duro è arrivato dal sindaco di Gallipoli, Francesco Errico, che guida una delle capitali della 'movida' salentina. "Se le famiglie esercitassero un po' più di controllo sui figli - ha scritto su Twitter - non morirebbe un 18enne la settimana in disco. Se non sai educare non procreare". In molti puntano il dito sul disagio sociale in cui vivono i giovani, e c'è chi chiede un giro di vite sino a prospettare l'utilizzo di cani antidroga agli ingressi delle discoteche. La morte di Lorenzo Toma dinanzi al locale Guendalina di Santa Cesarea Terme trascina rabbia, rimpianti e polemiche sul significato della 'movida' salentina. Era accaduto anche pochi giorni fa per la morte di un ragazzo sedicenne al Cocoricò di Riccione. La replica al sindaco non si è fatta attendere. "La dichiarazione è di una tale mediocrità e volgarità oltre che lesiva del dolore di coloro che piangono i loro figli da non meritare alcuna risposta" ha detto l'avvocato Roberto Bianchi, legale della famiglia di Lamberto Lucaccioni, il ragazzo morto dopo una serata a Cocoricò.
"E' stato un fulmine a ciel sereno - ha commentato Maurizio Pasca, salentino e presidente nazionale del Silb (Sindacato locali da ballo) - ho incontrato il ministro dell'Interno Angelino Alfano martedì scorso per discutere di questi problemi che non sono riconducibili alle discoteche. C'è un disagio sociale diffuso e i primi a pagarne conseguenze sono i contenitori come le discoteche, che dovrebbero essere gioia di vita". Domani riunione straordinaria a Bologna della giunta nazionale del Silb. Sulla stessa linea il vice presidente nazionale e presidente della Federbalneari del Salento, Mauro Della Valle, per il quale questa tragedia "è anche un termometro della situazione sociale che i ragazzi vivono quotidianamente, non riguarda solo i locali da ballo" e richiama alla "educazione famigliare che viene impartita ai ragazzi".
C'è chi invece chiede un cambiamento nell'approccio alla prevenzione delle tragedie o il pugno di ferro nei confronti dei gestori dei locali. E' necessario "implementare gli sforzi tesi a prevenire e reprimere qualsiasi condizione potenzialmente pericolosa per i soggetti che frequentano le discoteche" sostiene il segretario del Silp Cgil Daniele Tissone. "Un'altra morte in discoteca che mette ancora più in risalto, dopo il caso del Cocoricò di Riccione, la necessità impellente di un giro di vite nelle discoteche italiane e nei locali della movida" è l'opinione del Codacons. Scende in campo anche la politica. Il deputato pugliese Nuccio Altieri (Conservatori e Riformisti) chiede che il ministero dell'Interno "attivi immediatamente una importante operazione di controllo in tutta Italia con cani antidroga all'ingresso delle discoteche".
Resta il problema di come controllare decine di migliaia di giovani che nelle sere d'estate si riversano in locali e stabilimenti balneari del Salento ed evitare che la tragedia diventi quasi un 'prezzo' da pagare alla voglia di divertimento.
(ANSA).