"Un nuovo picco di benzene è stato
registrato oggi nel quartiere Tamburi di Taranto, in via
Machiavelli, proprio nel quartiere di fronte allo stabilimento
siderurgico ex Ilva. La centralina Arpa ha rilevato un valore
orario di 32,49 microgrammi/metro cubo, ben superiore al valore
Rel acuto di 27 microgrammi stabilito dall'Office of
Environmental Health Hazard Assessment (Oehha) della
Environmental Protection Agency della California".
Lo sottolinea il presidente di Peacelink Alessandro
Marescotti, sostenendo che "l'ennesimo episodio di inquinamento
da benzene dimostra che la situazione a Taranto non è cambiata
con la nuova gestione dell'Ilva".
Lo stabilimento "ora sotto il controllo dello Stato - aggiunge -
continua a rilasciare nell'aria sostanze nocive e cancerogene,
mettendo a rischio la salute dei cittadini".
Secondo l'ambientalista "a Taranto è necessario un cambio di
rotta radicale: la produzione dell'ex Ilva che rilascia sostanze
cancerogene va fermata fino a quando non saranno garantite la
sicurezza e la salute dei cittadini. Lo Stato non può fare
miracoli: servono azioni concrete e coraggiose per tutelare la
salute dei cittadini di Taranto".
"L'area a caldo dell'Ilva va fermata. Non è più possibile -
conclude Marescotti - accettare che la salute di una comunità
venga sacrificata sull'altare della produzione a tutti i costi".
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