La giunta comunale di Tortolì si riunirà oggi pomeriggio per dichiarare lo stato di calamità naturale. Lo ha annunciato il sindaco Massimo Cannas, dopo l'incendio che tra sabato e domenica ha distrutto circa 800 ettari di macchia mediterranea a ridosso delle spiagge di Orrì e di Foxi Lioni, dove sono state evacuate 5mila persone tra bagnanti, residenti e turisti. Il primo cittadino ha messo a disposizione gli uffici comunali per iniziare la conta dei danni.
"Dichiareremo da subito lo stato di calamità naturale perché il danno che Tortolì ha subito è ingente - conferma all'ANSA il sindaco Cannas - nel frattempo stiamo mettendo in moto la macchina organizzativa che sarà collegata con la Regione per procedere alla conta dei dannim che sono salati. Sarà una fase complessa perché dobbiamo sentire gli imprenditori privati e calcolare il danno ambientale. L'area andata in fumo è ad alta densità agricola, ma ci sono anche agriturismo, ristoranti e B&B".
Cannas ricorda che "è stato distrutto anche un bosco con piante secolari, quindi parliamo di un'area naturalistica di pregio. L'unica cosa positiva è che la macchina dei soccorsi ha funzionato - conclude il sindaco - e possiamo davvero dire di aver scampato un pericolo enorme per le persone. Ora attendiamo novità dagli inquirenti per accertare la responsabilità del rogo". Sulle indagini lavora il Corpo Forestale. Il comandante regionale Antonio Casula ha già comunicato di aver individuato il punto preciso da cui è partito il rogo e la responsabilità è di un agricoltore che bruciava sterpaglie in una giornata di forte vento.
ASSESSORE LAMPIS, FIAMME ANCHE IN AREA ARCHEOLOGICA - "Usciamo da due giorni molto pesanti, i più difficili finora dalla campagna antincendio: il rogo di Tortolì ha interessato un sito di interesse comunitario all'interno del quale è presente anche un'area archeologica. Quindi c'è un danno ambientale e culturale". Così l'assessore dell'Ambiente della Regione Sardegna, Gianni Lampis, all'indomani del sopralluogo in Ogliastra nelle zone devastate dal fuoco, partito dal campo di un agricoltore che incautamente stava bruciando delle sterpaglie.
L'esponente della Giunta Solinas ha ricordato che l'estensione dei terreni e della macchia mediterranea andata in fumo supera i 600 ettari e che "i danni sono maggiormente riconducibili a proprietà private, dalle attività imprenditoriali alle case dei residenti presenti nell'agro". Adesso, ha annunciato Lampis, "le nostre strutture sono impegnate a dare supporto all'amministrazione comunale e al sindaco, oggi infatti la priorità è la conta dei danni". "Ancora non c'è una prima stima - ha precisato l'assessore - perché sono ancora in corso le bonifiche a terra. In ogni caso il bilancio dei danni dovrà comprendere anche il costo della macchina antincendio".
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