Prenotare ora le vacanze in Sardegna? "Al momento la vedo molto complicata, ma spero che con la discesa della curva dei contagi ci sia la possibilità di farlo nella seconda parte dell'estate, quella cioè che nell'Isola ha tradizionalmente segnato i picchi maggiori". Così il presidente della Regione Christian Solinas intervistato a Centocittà su Rai Radio 1. In generale, sulla ripartenza, il governatore ha spiegato di concepire "la prima fase di riapertura soprattutto diretta al traffico nazionale (in Sardegna è chiuso il traffico passeggeri via mare e via aria, ndr), e nel turismo ad una circolazione locale". Solinas ha anche insistito sulla necessità di salvaguardare l'industria delle vacanze per aiutare le imprese a superare questo periodo fino alla riapertura. D'altra parte, ha sottolineato, "in Sardegna il turismo da solo vale l'8% del Pil, mentre il 6% è l'indotto che ne deriva". Quindi, ha chiarito, "il 14% del nostro Pil è in questo momento completamente bloccato"
VACANZE DI PROSSIMITA', LA SARDEGNA CI PROVA - DI GIAN MARIO SIAS - La pandemia porta l'industria turistica della Sardegna a ripensare la destinazione Sardegna e il modo di promuoverla. Da Santa Teresa di Gallura parte la sfida per la fine della crisi. Spiagge, ristoranti, strutture ricettive, rapporto con le comunità ospitanti: il Coronavirus ridisegna le regole dell'accoglienza e spinge per un turismo basato su natura, ambiente, salubrità, tempi lenti. Stefania Taras, assessora comunale del Turismo, propone il "Manifesto della Sardegna resiliente". "Il messaggio - spiega - sarà che in Sardegna sono possibili vacanze sicure e rigeneratrici". L'obiettivo, da cogliere al volo dopo tanti tentennamenti, è quello di "costruire un modello più attento e che valorizzi di più l'ambiente".
Distanziamento in spiaggia e nei locali, riorganizzazione di strutture e servizi, sanificazione, il turismo trasformato in esperienza anziché trasformare la vita della comunità ospitante. "E la sanità che diventa una priorità", è il primo punto del Manifesto post-pandemia. "La fine del lockdown parte dalla Sardegna? Solo a patto di chiare garanzie, e intanto l'isola si ripensi e si promuova in modo nuovo", è l'appello dell'assessora ai 150 Comuni sardi censiti come turistici. "La nostra prima economia è il turismo ed è seriamente minacciata", afferma. L'idea è "avere un progetto e fare massa critica nel confronto con Regione e governo, che dovranno varare misure straordinarie", dice l'assessora.
I numeri sono da emergenza sociale. Per l'Osservatorio sui bilanci 2018 delle srl del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, nel 2020 in Sardegna il fatturato del settore avrà un crollo di 514milioni di euro: 325milioni le strutture ricettive e 188milioni la ristorazione. Il lockdown è stato un male necessario, ma il danno è enorme. Dalla Costa Smeralda parte il messaggio carico di ottimismo di Franco Mulas, area manager di Marriott Costa Smeralda: in un'intervista rilasciata a La Nuova Sardegna annuncia che l'esclusiva destinazione per vacanze nel lusso è "pronta a ripartire da giugno".
Nel sud Sardegna, invece, il dopo emergenza si chiama "Per", Progetto etico di rinascita che guarda al web, coinvolge Cagliari e Villasimius e propone le relazioni di vicinato, la solidarietà e l'etica del fare impresa in alternativa ai colossi del commercio online. La scienza frena. "È esclusa la trasmissibilità del virus in ambiente marino, ma ogni previsione è prematura", avverte Stefano Vella, medico infettivologo, scienziato e componente del comitato tecnico-scientifico che supporta la Regione Sardegna.
"Per fare previsioni serve ancora qualche mese - ritiene - ad aprile e maggio si acquisiranno i dati per capire se davvero il virus se ne sta andando". Secondo Vella, "la scarsa densità abitativa ha aiutato la Sardegna", ma col distanziamento, le mascherine e altre precauzioni "bisognerà convivere ancora a lungo" e fare previsioni adesso "è azzardato". Tra l'altro, è il monito dello scienziato, col turismo "si rischia la reinfezione: prima abbattiamo il virus".