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Mille aziende chiedono di riaprire in sud Sardegna

Mille aziende chiedono di riaprire in sud Sardegna

Incontro in Prefettura Cagliari su Fase 2, protocollo in arrivo

21 aprile 2020, 21:10

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Quasi mille aziende nel sud Sardegna hanno chiesto alla Prefettura di Cagliari di riavviare le attività, circa la metà del totale regionale, 2.309. È quanto emerso dall'incontro in videoconferenza tra il prefetto Bruno Corda e i sindacati in vista dell'imminente Fase 2. La riapertura però, è il monito di Cgil, Cisl e Uil, dovrà avvenire in condizioni di sicurezza per i lavoratori. I dati in possesso della Cisl dicono che nella sola vecchia provincia di Cagliari tra cassa integrazione ordinaria, utilizzo del Fis (Fondo integrazione salariale), dei fondi bilaterali dell'artigianato, dei lavoratori somministrati e del settore agricolo, sono oltre 3.400 le procedure di cig avviate per quasi 13.000 occupati.

Sempre nello stesso territorio (Cagliari, Iglesias e Medio Campidano), sono circa 40.000 le persone che hanno richiesto l'indennità di 600 euro all'Inps. Il dato regionale per la cig in deroga registra invece un totale di 11.200 domande. "La delegazione - spiega Mimmo Contu, segretario generale Cisl Cagliari - ha sollecitato, al fine di dare efficacia agli interventi e raggiungere risultati concreti in tempi brevi, un sistema programmatico e di governo a rete, fondamentale in presenza di importantissimi livelli di risorse finanziarie messe in campo dall'avvio di opere pubbliche, appalti e interventi a favore del turismo".

E si lavora a un protocollo condiviso con la prefettura "anche per evitare speculazioni e situazioni di illegalità che, purtroppo, possono verificarsi con più frequenza in situazioni di crisi come questa", dice il segretario della Camera del Lavoro Cgil Carmelo Farci, sottolineando che "la priorità è far ripartire le attività lavorative in sicurezza e, insieme a questo, dobbiamo far sì che dall'emergenza si esca facendo leva su un sistema di regole e diritti rafforzati, soprattutto nel sistema degli appalti dove, da tempo, denunciamo alcune storture che vanno eliminate, ma anche negli altri settori, ad esempio il turismo, dove, come è emerso oggi, i rischi di infiltrazioni della malavita sono purtroppo elevati".
   

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