Al via lo screening per l'accesso in sicurezza in Sardegna, in vigore da oggi sulla base dell'ordinanza firmata nei giorni scorsi dal governatore Christian Solinas, anche all'aeroporto "Costa Smeralda" di Olbia. Avvantaggiato dal risicatissimo numero di voli e da un coefficiente di riempimento bassissimo, i due team vaccinali arruolati dall'Ats hanno dovuto fare solo una quindicina di tamponi su 67 passeggeri arrivati alle 10.15 a bordo del volo Alitalia proveniente da Fiumicino. Gli altri viaggiatori erano equamente suddivisi tra chi aveva con sé il certificato di negatività del tampone fatto entro le ultime 48 ore e chi ha scelto di non farlo nell'area sterile dello scalo gallurese, ricorrendo alla possibilità di autoisolarsi e provvedere entro i prossimi due giorni al tampone nel luogo in cui dimorerà.
Quest'ultima è un'opzione preferita soprattutto da chi è arrivato nell'isola per recarsi nella seconda casa, mentre tra le persone che hanno fatto il tampone prima di lasciare il "Costa Smeralda" prevalevano i residenti in Sardegna, Gallura soprattutto.
I vertici dell'Ats e dell'aeroporto hanno monitorato l'andamento delle operazioni con l'intento di capire come meglio calibrare l'attività di screening in funzione dell'aumento graduale dei flussi di traffico, auspicabile in vista della stagione turistica. Già questa prima giornata è servita per esempio per valutare l'opportunità di quadruplicare le postazioni operative nel porto dell'Isola Bianca, dove per evitare code da domani ci saranno otto postazioni per l'accettazione e otto equipe sanitarie per eseguire i tamponi, contro le due odierne.
La regolarità delle operazioni è confermata anche dall'atteggiamento dei passeggeri in fila per il tampone. "È un sistema assolutamente giusto, è un modo per aiutare la Sardegna a restare in zona bianca", dice un lavoratore olbiese di rientro da impegni nella capitale. "Questo significa salute e lavoro per tutti - aggiunge - il sistema è efficiente e sta funzionando".
La pensa così anche un imprenditore siciliano trapiantato in Gallura da oltre vent'anni. "Ero in Sicilia per vedere la famiglia, non c'era il tempo di fare il tampone, ma trovo che la procedura sia funzionale", dichiara. Il poco preavviso, frutto di una decisione ponderata a lungo e assunta solo nelle ultime ore, è il motivo per cui anche una coppia di origine sarda ma romana d'adozione è sprovvista del tampone. "Siamo qui perché nostra figlia, che abita in Sardegna, sta poco bene - spiega lei - resteremo nella nostra seconda casa ma prima preferiamo fare il tampone".