Domus de luna sostiene 6mila persone soltanto a Cagliari, 7 giorni su 7. Famiglie, minori e donne vittime di violenze. Sono 200 i volontari e altrettanti i dipendenti e collaboratori, mentre sono 210 i giovani che si sono formati nel centro di Santa Teresa e hanno trovato occupazione. Alla Casa della Fraterna Solidarietà centinaia di persone si mettono in fila ogni giorno per ricevere alimentari e tanto altro. Interventi concreti: a 1.400 persone è stata impiantata una dentiera. Trenta volontari lavorano anche d'estate. Sono alcuni degli esempi, citato dal "quaderno"di Geografie meridiane della piattaforma Vita, "Il sociale isolato", pubblicazione a cura di Luigi Alfonso, realizzata in collaborazione con Fondazione di Sardegna, di terzo settore che resiste e funziona.
Ci sono anche i casi di Casa della Fraterna solidarietà (Sassari), Domu Mia Amici di Sant'Egidio (Muravera), cooperativa Gea Ambiente e Turismo, cooperativa sociale Lariso (Nuoro), Mondo X-Sardegna e Solidarietà Consorzio: Ma c'è un problema, evidenziato anche nel sottotitolo del book: "Può la regione record per abbandoni scolastici e sussidi continuare a tenere ai margini il Terzo settore? No, se vuole dare risposte reali ai bisogni". Se ne è parlato anche ieri in "Sardegna, welfare anno zero. Come ripartire', dibattito nella sede della Fondazione di Sardegna. Un problema: sindacati e coop hanno evidenziato che il terzo settore è stato messo in ginocchio dalla pandemia.
Soprattutto per quanto riguarda l'assistenza ad anziani e disabili e le comunità terapeutiche i costi di gestione crescono e le tariffe di rimborso sono ferme anche dieci anni fa.
"Una politica - scrive il direttore di Vita Stefano Arduini- che fino ad oggi ha fatto davvero troppo poco in questa direzione, congelando il welfare e il sociale in uno stato di isola- mento nocivo in primis per i suoi abitanti in particolare quelli più fragili e i generale per chiunque abbia a cuore i destini di questa meravigliosa isola".
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