/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Accoltellò l'ex e uccise il figlio, "avevamo paura di Masih"

Accoltellò l'ex e uccise il figlio, "avevamo paura di Masih"

Parla fratello vittima. Niente perizia psichiatrica per imputato

TORTOLI, 07 dicembre 2022, 16:55

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Vivevo a Milano ma con Mirko ci sentivamo regolarmente e avevamo paura del comportamento violento di Shahid, nei confronti del quale mio fratello prese provvediementi: non rispondeva più al citofono per non ritrovarselo in casa". A raccontarlo in aula per la prima volta, davanti alla Corte d'assise di Cagliari, è il fratello della vittima, Lorenzo Farci, di 24 anni, nel processo a carico di Masih Shahid, il 30enne pakistano accusato del tentato omicidio di Paola Piras e dell'uccisione di suo figlio Mirko, 19 anni, che aveva tentato di difenderla dall'aggressione dell'uomo, avvenuta l'11 maggio 2021 nella loro casa di Tortolì, in Ogliastra.

"Nel dicembre del 2019 - ha ricostruito Lorenzo - ero studente universitario a Milano e rientrai per le vacanze di Natale: manifestai a mia madre la volontà di non avere in casa il suo nuovo compagno, avrei fatto la sua conoscenza in altri momenti. Lei glielo riferì, ma lui si fece trovare a cena quella sera con fare provocatorio nei miei confronti".

Nel dicembre 2020 Masih Shahid si rese protagonista di una aggressione pesante: tentò di strangolare la sua compagna, episodio per il quale il giudice lo allontanò dalla donna e per cui è stato condannato a 3 anni per stalking e maltrattamenti. "Con Mirko abbiamo avuto molta paura e abbiamo inizato a sentirci più spesso - ha proseguito Lorenzo - Mio fratello ha inizato a mettere in atto comportamenti per evitare contatti con lui, io quell'anno non rientrai né a Natale né a Pasqua: non volevo trovarmelo davanti, purtroppo poi è successo quello che è successo".

Sentiti dalla Corte anche un amico marocchino di Masih Shahid, presente in aula, e lo psichiatra della difesa, Antonio Canu, che ha visitato l'imputato in carcere prospettando delle "criticità di carattere psichiatrico". La Corte ha però respinto la richiesta di perizia psichiatrica chiesta dal difensore Federico Delitala e ha aggiornato il processo all'1 febbraio per la discussione finale. Paola Piras e i familiari della giovane vittima si sono costituiti parte civile con gli avvocati Marcello Caddori, Paolo Pilia e Maurizio Corda. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza