DI ANTONELLA BRIANDA
Si punta dritto sulla ecosostenibilità e la mobilità green, a basso impatto ambientale e con una grande attenzione alle nuove tecnologie applicate anche al riciclo dei materiali arrivati a fine vita: il comparto della nautica da anni si sta evolvendo e non poteva non essere sempre più interessato alla salvaguardia dell'ambiente. Lo ha sottolineato Sandro Onofaro, commodoro dello Yacht Club Porto Rotondo, nei cui locali è stato ospitato l'ultimo talk organizzato nell'ambito della Fiera Nautica della Sardegna che si conclude oggi nel borgo turistico della Gallura.
La mobilità sostenibile in acqua, le possibili sinergie fra istituzioni scientifiche, enti locali e soggetti privati è stata al centro del dibattito che ha visto la partecipazione dell'ingegnere Luca Carboni di Atena, l'associazione italiana di tecnica navale, che ha presentato il progetto della barca GoGo, nata dall'economia circolare e dalla fase di fine vita dei manufatti. Un'imbarcazione di nuova generazione a energia solare ed elettrica, con un aspetto accattivante e soluzioni high-tech all'interno. La Gogo può trasportare fino a sei persone ed è guidata da un joystick per una navigazione estremamente semplice e piacevole. Perfetta per centri noleggio, hotel e villaggi turistici, ristoranti, parchi tematici, parchi vacanze, laghi e riserve naturali, è già presente nel porticciolo di Cagliari.
A parlare poi della sostenibilità ambientale all'interno dei porti turistici è stata la docente dell'Universita di Sassari Silvia Battino. "La gestione ambientale, il benessere locale e lo sviluppo economico sono al centro delle politiche di sostenibilità dei porti turistici - ha spiegato -. La presenza di un porto turistico riesce a cambiare la cultura della comunità che lo ospita e diventa un vero e proprio marchio turistico del luogo, anche in termini di sviluppo economico. Per rendere un porto smart è necessario però aumentare le scelte ecoambientali, ed è utile avere una capacità di adoperare delle modifiche operative sia degli scali che del modo di agire dei diportasti ospiti".
In questo modo sarà possibile arrivare a quello slow turism, ossia ad un approccio lento del turismo, capace di far conoscere appieno il territorio dell'isola. Il turismo nautico andrà poi pensato come una rete di turismo diffuso che dai porti e dalle località balneari guarda all'interno e alle sue aree archeologiche. In questo senso la collaborazione con il Fai, il fondo per l'ambiente italiano, è fondamentale per creare quella rete di rapporti che unisce il turismo nautico con il turismo esperienziale.
"In Sardegna sono presenti due siti del Fai, uno in Gallura, ed è quello dell'ex batteria militare di Talmone a Palau, e uno nella laguna di Santa Gilla a Cagliari, le saline Conti Vecchi di Assemini. Stiamo parlando di due siti di grande interesse che vengono aperti per le visite da maggio ad ottobre, con un pubblico stagionalizzato concentrato nei primi mesi estivi per poi lasciare lo spazio ad un pubblico di scuole e famiglie", ha spiegato Francesca Caldara, responsabile del Fai.
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