"È un'infrastruttura di ricerca
di quelle che spostano in avanti le frontiere della conoscenza,
di quelle che si costruiscono una volta ogni cinquant'anni nella
storia di una nazione e che davvero potranno avere un impatto
enorme sul territorio". Lo ha detto questa mattina a Cagliari
Antonio Zoccoli, presidente dell'Istituto nazionale di fisica
nucleare, durante l'evento sulla candidatura italiana
dell'Einstein Telescope.
"Abbiamo proposto questa infrastruttura unica in una
miniera dismessa sotto terra: sembra un ossimoro osservare
l'universo da una struttura sotterranea", ha aggiunto lo
scienziato che spiega: "La Sardegna è una delle regioni
geologicamente più stabili al mondo, uno dei posti ideali per
fare questo tipo di ricerca ed è anche una zona poco popolata,
perché meno interferenze antropiche ci sono, più le misure
possono essere precise".
"Il nostro sogno come scienziati - ha chiarito Zoccoli - è
usare questa infrastruttura e le onde gravitazionali per carpire
i segreti dell'universo più profondo e delle leggi che lo
governano, quindi addentrarci sempre più indietro nel tempo
verso l'origine dell'universo. Questa sarebbe davvero
l'infrastruttura che ci consente di aprire delle porte nuove e
di voltare delle pagine nel libro della natura".
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