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Associazione mafiosa, scena muta degli indagati ai domiciliari

Associazione mafiosa, scena muta degli indagati ai domiciliari

Al via interrogatori di chi avrebbe coperto latitanza di Mesina

NUORO, 02 ottobre 2023, 16:41

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sono iniziati oggi e proseguiranno nei prossimi giorni, gli interrogatori di garanzia dei 18 indagati finiti agli arresti domiciliari nella maxi inchiesta della Dda di Cagliari su una presunta associazione di stampo mafioso attiva in Sardegna con forti legami tra il mondo criminale, la politica e le istituzioni.

Tutte e sei le persone sentite questa mattina dal gip Michele Contini e dai pm Emanuele Secci e Rossana Allieri, accusate di aver coperto la latitanza di Granziano Mesina, si sono avvalse della facoltà di non rispondere: si tratta di Marco Lai, Giuseppe Paolo Frongia, Salvatore Gioi, Anna Gioi, Raffaele Gioi e Tomas Littarru. Uno degli indagati però, Giuseppe Paolo Frongia, ha reso dichiarazioni spontanee negando gli addebiti e sostenendo di non aver mai conosciuto 'Grazianeddu'.

La scelta di non parlare, almeno in questa prima fase delle indagini, accomuna tutti gli avvocati che difendono le 31 persone raggiunte da ordinanza di custodia, 13 in carcere - tra questi l'ex assessora all'Agricoltura della Regione Sardegna Gabriella Murgia e il primario Tomaso Gerolamo Cocco, responsabile della terapia del dolore all'ospedale Marino di Cagliari, indicati dagli inquirenti come il punto di congiunzione tra i gruppi criminali e le istituzioni - e 18 ai domiciliari. Le carte da studiare per il pool della difesa sono tantissime: letti tutti gli atti, i legali avranno un quadro completo delle accuse e potranno valutare la linea difensiva migliore per i propri assistiti. Nessuno degli avvocati al momento ha fatto istanza di scarcerazione o attenuazione della misura cautelare al tribunale del Riesame.
   

SI COSTITUISCE PRESUNTO FIANCHEGGIATORE DI MESINA

Si è costituito questa mattina nel comando provinciale dei carabinieri di Nuoro, Paolo Sale, l'allevatore di 44 anni di Orgosolo sfuggito al blitz del Ros che la scorsa settimana ha smantellato in Sardegna una presunta associazione di stampo mafioso con intrecci tra criminilità e istituzioni. Sale era finito nell'ordinanza del gip del tribunale di Cagliari, destinatario di un provvedimento agli arresti domiciliari, ma si era reso subito irreperibile. Secondo l'accusa, l'orgolese avrebbe avuto un ruolo come fiancheggiatore di Granziano Mesina, l'ex primula rossa del banditismo sardo rimasto a lungo latitante nell'Isola. A Sale - difeso dall'avvocato Rinaldo Lai - viene attributita una collaborazione attiva durante gli spostamenti di Mesina dal comune di Bono a quello di Desulo, il 16 settembre del 2021, "tenendo i contatti con gli appartenenti alla famiglia Gioi di Desulo, ai quali il latitante era stato affidato", si legge in un passaggio delle 407 pagine dell'ordinanza.

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