La comunità Lgbtqia+ chiede
garanzie ai candidati alla presidenza della Regione Sardegna: un
impegno pubblico sul fronte dei diritti civili e di genere.
L'invito a chi corre per la vittoria alle prossime elezioni è
quello di prendere in anticipo posizione in modo chiaro e
inequivocabile sulle rivendicazioni e richieste della comunità
queer.
"La mancata presa di posizione su questo tema fondamentale -
spiegano in un comunicato-manifesto Arc odv, Movimento
Omosessuale Sardo, Famiglie arcobaleno Sardegna, Agedo Cagliari,
Univa Lgbt, Sardinian people for the queer revolution e Lila
Cagliari - sarà considerata un segno di disinteresse e di
disimpegno".
Il primo passo è il riconoscimento di alcuni valori chiave su
genere, famiglie e discriminazioni. Poi le richieste al governo
sardo. A partire da leggi regionali contro le discriminazioni
delle persone Lgbtqia+ in particolare nel posto di lavoro e
nella sanità. E ancora carriere alias, potenziamento di un piano
di prevenzione regionale contro le principali malattie
sessualmente trasmissibili, rafforzamento del servizio sanitario
pubblico e creazione di servizi specializzati per le persone
trans. E poi esenzione ticket per gli esami di controllo
obbligatori per cominciare iter ormonale e chirurgico, maggiori
finanziamenti e assegnazione di spazi per un abitare sicuro per
le donne e persone queer in stato di difficoltà, sostegno per la
creazione di case accoglienza rivolte alle persone Lgbtqia+
vittime di violenza o discriminazione. E inoltre: istituzione di
corsi di formazione per il personale sanitario anche per venire
incontro alle esigenze e necessità della comunità queer.
"Invitiamo i cittadini - spiegano le associazioni - a tenere
conto di questo fattore quando si recheranno alle urne. Solo con
una presa di posizione forte e decisa da parte di tutte le
personalità politiche e sociali potremo costruire un futuro più
giusto e inclusivo per tutti".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA