A distanza di 20 anni
dall'ingresso in Consiglio regionale, Soru siederà tra i banchi
dell'assemblea. Però stavolta non è Renato, ex governatore, ma
la figlia Camilla, 41 anni, tra le giovani leve del Pd. I due si
sono trovati avversarsi nella corsa alle regionali, dopo che il
fondatore di Tiscali ha abbandonato il Pd che aveva contribuito
a creare e ha sfidato Alessandra Todde, sostenuta proprio dai
dem, nella corsa alle regionali. Camilla, invece, si è candidata
a sostegno dell'esponente M5s tra le fila del Partito
democratico, una sfida in famiglia vinta da quest'ultima con
3.600 voti che le hanno aperto le porte del consiglio. Il padre
Renato, invece, arrivato terzo tra i candidati governatori,
resta fuori.
Entrambi non si parlano dall'avvio della campagna elettorale
e nessuno dei due vuole confermare che si siano sentiti oggi,
perché dopotutto ora sono solo "questioni di famiglia". Adesso
Camilla Soru, che arriva dal consiglio comunale di Cagliari, è
pronta alla sua nuova sfida e ha già le idee chiare:
"Considerando che il tema sulla sanità è forse quello più
sentito, il primo argomento del quale mi vorrei occupare è la
medicina di base e nei territori - spiega all'ANSA - ci sono da
ridistribuire i servizi di base adeguati nelle zone interne e
aiutare i medici mettendo a disposizione locali per ambulatori,
segreterie, ma occorre soprattutto ridare ai sardi la garanzia
della cura di prossimità".
Camilla Soru andrà anche a rimpinguare la pattuglia di donne
in Consiglio : "un buon risultato ma del tutto insufficiente -
osserva - sono favorevole alla doppia preferenza di genere e
ammiro tutte le compagne che hanno deciso di mettersi in gioco".
Ci si può attendere una presidente del Consiglio regionale
donna? "Sarebbe bello immaginarselo, ma bisogna scegliere sulla
base delle competenze", precisa. Come anche "sarebbe bello avere
una candidatura femminile per Cagliari. Sto lasciando il
consiglio comunale e vedo una città sofferente che sta peggio
rispetto a 5 anni fa, che fa tanta fatica e che non ha saputo
programmare: riempita di cantieri per l'ansia di fare prima
delle elezioni", attacca. "Alcune scelte sono state folli, tra
bimbi nelle tende e disagio giovanile criminalizzato, e poi un
costante braccio di ferro con la Regione e un comune prono,
messo al servizio della politica romana".
Oggi Camilla Soru guarda indietro alla sua campagna
elettorale in mezzo alla gente: "E' stata faticosa ed
entusiasmante, mi è sembrato un po' quello che ci manca, andare
oltre il vecchio voto di partito e passare al voto di opinione:
fare bene e essere scelti".
Infine un dato di cronaca sulla polemica attorno ad Anita
Sirigu, candidata indicata col soprannome Soru: Camilla si era
fatta sentire e la stessa Anita, inserita nelle liste di Azione
e +Europa con Soru, aveva disconosciuto quell'appellativo.
All'atto dello spoglio Sirigu ha ottenuto 26 voti.
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