"Oggi abbiamo chiarito il percorso, abbiamo chiarito che noi non ci stiamo muovendo solo sul decreto o solo sul disegno di legge, ma stiamo facendo un percorso, dopo tre anni di assoluta inerzia: abbiamo definito una cornice su cui adesso ci possiamo muovere, poi sarà possibile fare una delibera che ancora meglio possa mettere paletti". Lo ha sottolineato la presidente della Regione Alessandra Todde, che ha incontrato per oltre tre ore i rappresentanti del coordinamento dei comitati contro l'assalto delle multinazionali dell'energia rinnovabile in Sardegna.
"Allo stesso tempo - ha ribadito Todde - ci muoveremo in un contesto protetto per definire il provvedimento sulle aree idonee, il tema urbanistico e il tema paesaggistico".
Durante la riunione si è parlato anche delle procedure già avviate, "sono una decina - chiarisce la governatrice - e per questi sarà necessario agire a livello nazionale, però anche su questo abbiamo delle buone pratiche nel passato, come quando è stata ritirata l'autorizzazione per il parco di Gomoretta a Lula".
"Ritengo che anche i comitati abbiano capito che hanno a che fare con un'amministrazione che condivide profondamente le loro istanze e credo che siano rimasti convinti anche del percorso che abbiamo condiviso", ha riferito. Sull'entità dei giga spettanti alla Sardegna secondo il decreto del governo (6,2), troppi per i comitati, la governatrice ricorda che nell'Isola ci sono due centrali a carbone "di cui nessuno parla e dobbiamo sostituire quell'energia prodotta dal fossile con quella da fonti rinnovabili".
Comitati cauti, resta la mobilitazione
Cautela propositiva e mobilitazione attiva: è la posizione ufficiale del coordinamento regionale dei comitati che in Sardegna protestano contro la speculazione energetica dopo oltre tre ore di incontro con la governatrice Alessandra Todde.
A parlare per tutti è Luigi Pisci, uno dei portavoce, che illustra il documento stilato alla chiusura della riunione: "Abbiamo senz'altro apprezzato l'apertura, la disponibilità e il clima colloquiale e disteso. Restano tuttavia aperte - precisa - molte questioni che i territori vivono con apprensione: restano incerte le misure normative per impedire lo sfregio di Barumini e Saccargia, sconosciuta l'entità dell'offshore e molto delicata la questione del Tyrrhenian Link".
"Appare invece più chiara l'intelaiatura della filiera dei provvedimenti normativi che le istituzioni vogliono mettere in campo per giungere adun nuovo piano paesaggistico ed energetico, ma non sonoancora chiari i contenuti di questi provvedimenti", aggiunge il portavoce dei comitati che hanno chiesto un tavolo permanente di monitoraggio delle azioni, con l'obiettivo di rivederci prima di ogni snodo fondamentale del processo decisorio".
La mobilitazione resta, così come l'appuntamento di sabato 15 a Saccargia, soprattutto per la convinzione del coordinamento che "il tetto minimo di 6,2 gigawatt stabilito in sede di accordo col Mase, sia una base di partenza svantaggiosa ingiusta e un vero e proprio handicap per la Sardegna, che rischia di gravare su tutti i passi futuri".
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