Un assalto durato circa 12 minuti, tra colpi d'arma da fuoco, l'esplosione di una carica per far saltare una porta blindata e le forti vibrazioni date dal grosso martello pneumatico attaccato all'escavatore che hanno fatto tremare i muri. A raccontare quei momenti vissuti all'interno della Vedetta 2 Mondialpol è Marcello Lella, una delle guardie giurate che si trovavano al lavoro al momento dell'assalto armato di venerdì scorso a Sassari, quando un commando di circa 20 uomini è riuscito a portare via un bottino stimato in oltre 10 milioni di euro.
Marcello oggi è in piazza a Sassari con i sindacati, che hanno proclamato una giornata di sciopero e organizzato due sit in: in Piazza Italia nel capoluogo del nord ovest e in piazza Palazzo a Cagliari. "Quel giorno mi trovavo in servizio nella sala conta e quando c'è stato l'allarme è stato prontamente sentito dalla centrale operativa - racconta - Quando sono salito dal caveau sentivo colpi d'arma da fuoco da tutte le parti. Il caveau era già chiuso e abbiamo fatto quello che dovevamo, mettendoci in sicurezza per poi aspettare le forze dell'ordine".
Una parte dei soldi sarebbe stata messa al sicuro gettandoli in una delle vie di fuga che poi si è chiusa ermeticamente. Le guardie non hanno affrontato il commando faccia a faccia e nessuna di loro ha visto i malviventi all'azione, ma hanno sentito qualche voce che sembrava avere un accento sardo: "Sentivamo solo colpi d'arma da fuoco e colpi dell'escavatore che andava sul muro e faceva tremare tutto lo stabile", aggiunge Marcello. "Per me è la seconda esperienza dopo quella del 2016. Penso che serva maggiore sicurezza da parte delle istituzioni e più protezione proprio nei giorni di fine mese: più controlli e più presidi, ma anche modalità ulteriori per poterci difendere".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA