Mentre i rappresentanti di Cgil,
Cisl e Uil stavano iniziando il confronto sul riordino della
sanità con la presidente della Regione Alessandra Todde e
l'assessore competente in materia Armando Bartolazzi, Fials,
Nursind e Nursing Up hanno protestato davanti al palazzo di
viale Trento per la mancata convocazione all'incontro. I
rappresentanti dei lavoratori della sanità che sono rimasti
fuori dalla sala hanno spiegato che ritengono questo un
"comportamento antisindacale" e che sono pronti ad adire alle
vie legali.
Per Loredana Scano, segretaria regionale Fials "l'indegna
esclusione di tre sindacati che rappresentano il 70% dei
lavoratori del comparto sanità è inaccettabile. Ci chiediamo
anche la motivazione di tale azione ad escludendum perché non
riusciamo a trovare il motivo. Noi rappresentiamo i lavoratori e
la sanità si conosce attraverso ciò che i lavoratori narrano,
attraverso ciò che i pazienti ci portano e non possiamo essere
esclusi in questo modo. Noi ci batteremo in tutte le sedi per
avere il giusto riconoscimento".
"L'assessore alla sanità Bortolazzi e la presidente della
Regione hanno voluto convocare solo le sigle confederali,
cercando una spaccatura sindacale - spiega Mauro Pintore per il
Nursind - I problemi sanitari riguardano invece tutti i
cittadini della Regione Sardegna.. Vuol dire che la presidente
forse vuole ascoltare solo una parte dei cittadini e risolvere
solo una parte delle problematiche che sono presenti nel sistema
sanitario regionale e questo non l'accettiamo: si tratta di
un'attività antisindacale che noi denunceremo e faremo presente
in tutte le sedi opportune della Sardegna".
"Siamo oggi fuori dal palazzo della Presidenza della Regione
ed è una situazione alquanto imbarazzante - osserva Diego
Murracino del Nursing Up - In un momento di grandissima crisi
della sanità sarda si fa una riunione a porte chiuse con tre
sole delle sei sigle titolate dal contratto collettivo nazionale
al confronto ufficiale con l'istituzione pubblica. E' una
gravissima violazione, una mancanza di rispetto sia delle
prerogative sindacali che degli cittadini. Noi siamo disponibili
ad un confronto per uscirne da questa grande crisi che sta
vivendo la sanità sarda ma è una situazione che non possiamo
tollerare. E siamo pronti a difendere le nostre prerogative in
tutte le sedi, compreso l'imminente proclamazione dello stato di
agitazione e di mobilizzazione di tutti i presidi ospedalieri
della Sardegna".
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