In un post su Facebook, la
presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde torna sulla
legge approvata il 3 luglio scorso dall'Aula che sospende per 18
mesi l'installazione di impianti da fonti rinnovabili
nell'Isola. Lo fa rispondendo alle critiche dei comitati contro
la speculazione energetica e di alcuni partiti dell'opposizione,
secondo i quali la norma non sta realmente bloccando tutte le
autorizzazioni che non hanno iniziato i lavori.
"Sì invece, le sta bloccando - scrive la governatrice sul
social - Ne abbiamo avuto conferma parlando in questi giorni con
tantissimi sindaci. E continuerà a bloccare fino a quando la
Corte Costituzionale non si esprimerà sull'impugnazione
richiesta dal Governo Meloni. Nel frattempo lavoriamo per
identificare e regolare le aree idonee, quelle non idonee,
quelle ordinarie e quelle a vincoli speciali per mettere al
sicuro il nostro territorio. E stiamo anche lavorando - continua
Todde - sul nuovo piano energetico regionale e sulla
costituzione della società energetica regionale per trasformare
finalmente la Sardegna in un produttore grossista di energia
elettrica necessaria per i cittadini e le imprese sarde".
La presidente ricorda quindi che la legge in questione, "va
contro il decreto Draghi ed è stata impugnata per questo. Chi
sostiene che la legge sarda non blocca nulla, legga il testo e
lo vada a spiegare all'Avvocatura di Stato che difende il
Governo Meloni davanti alla Corte Costituzionale a tutela della
legge Draghi. E lo faccia con argomentazioni serie e reali che
superino quanto scritto nel ricorso contro la Regione Sardegna.
E soprattutto - conclude Todde - tenti di spiegare, a noi e ai
nostri giovani, perché vuole che la Sardegna rimanga condannata
alle centrali a carbone, o vincolata alla produzione di energia
elettrica con gli scarti di raffinazione che contribuiscono
all'inquinamento senza abbattere le bollette. Oppure spieghi ai
sardi chi paga il gas visto che noi non lo produciamo".
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