Alla Sardegna, e in particolare alle zone interne, servono "politiche generali con una ampia e intelligente visione del futuro, che siano capaci di arginare, se non interrompere, quel processo che ha generato il ciclo perverso: perdita demografica - declino economico - carenza di infrastrutture - riduzione dei servizi -- ulteriore spopolamento". La questione delle aree interne, definite come "il Mezzogiorno della Sardegna", deve emergere come "grande questione sarda, di interesse dell'intera regione". E' quanto afferma la Rete delle Associazioni del nuorese in una lettera aperta ai presidenti di Giunta e di Consiglio regionale.
"Crediamo che servano misure straordinarie capaci di incidere, per un sufficiente periodo di tempo, sulla convenienza a insediare e sviluppare imprese nelle aree interne - spiega nella missiva Gianmario Senes, presidente della Rete - Servono adeguate politiche di fiscalità di vantaggio. La Zona economica speciale va bene, ma ha effetti limitati sulla Sardegna interna e non aiuta a superare gli squilibri interni".
"Crediamo che sia il tempo di riaprire una grande vertenza per una nuova rinascita, pensiamo che istituire una Zona franca rurale, conforme ai vincoli, ma anche alle possibilità che le norme comunitarie consentono, per il territorio degli oltre 300 comuni sardi classificati nelle aree interne possa essere uno strumento adeguato ed utile ad affrontare le diseguaglianze territoriali e ad avviare una efficace azione per migliorare la qualità della vita nei nostri paesi rimettendo al centro il lavoro e la qualità dei servizi: Salute, formazione, mobilità, accesso alle nuove tecnologie". Infine l'appello: "Si intervenga con estrema urgenza ad attivare tutte le iniziative politiche concrete capaci di dare risposte di prospettiva e speranza di futuro al Nuorese, alla Sardegna centrale e alle zone interne dell'intera Isola".
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