(di Gloria Ravidà) (ANSA) - PALERMO, 4 GIU - "Una stanza decorata e basta? La casa di un mercante? Un luogo di preghiera all'interno di un'abitazione? E ancora, la stanza di un arabo? Di un turco o un persiano? O forse di un residente proveniente dall'India o dal Bangladesh? Il mistero sulle origini dell'abitazione di via Porta di Castro, nel cuore del centro storico di Palermo, continua a suscitare interrogativi anche al sindaco Leoluca Orlando. Sui decori arabi scoperti da una coppia di palermitani in una stanza della loro abitazione c'è stato un gran dibattito finito, qualche mese fa, sulle cronache nazionali. E adesso la scoperta di questa stanza dai decori mediorientali torna a far parlare nel giorno della presentazione del libro "La camera delle meraviglie", a cura di uno dei due proprietari, il giornalista Giuseppe Cadili, che racconta la straordinaria scoperta con testi di Leoluca Orlando, Gaetano Basile, Sherif El Sebaie, Franco Fazzio, Pasquale Scimeca, Valeria Giarrusso e un'intervista di Salvatore Ferro a Vittorio Sgarbi. L'interpretazione di queste decorazioni è diventata un enigma. "Una delle esperienze più emozionanti - spiega Valeria Giarrusso, giornalista e altra proprietaria della casa - è stata la visita di Sua Eccellenza Fareed Al Kothani: contattati dal suo staff di Roma, ci dissero che il presidente della Lega Islamica mondiale voleva visitare la stanza". I simboli che campeggiano lungo il perimetro della volta suscitano l'interesse anche di numerosi esperti come Sherif El Sebaie, professore di arte islamica del Politecnico di Torino che commenta: "la stanza è stata soprannominata dai media 'la Moschea blu' benché manchi il rivestimento parietale a cui la Moschea Blu di Istanbul deve il suo nome: in realtà sono tanti gli elementi che fanno di questo locale un esemplare di quel tipo di ambiente che andava di moda tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento: la cosiddetta 'stanza turca'". "Penso a un arabo - commenta Vittorio Sgarbi - che abbia voluto custodire il segno della propria cultura oppure un siciliano testimone consapevole del legame, ancora oggi indissolubile, con l'antica madrepatria. Mai visto nulla di simile e tanto singolare rispetto all'epoca: mi sembrano decori fatti intorno all'Ottocento. E' una stanza della meditazione". "Decori e tecnica - sostiene Franco Fazzio, docente di Conservazione e restauro dell'Università di Palermo - sono riscontrabili in una tradizione artistica valida fino al '700". "E' una piccola moschea - aggiunge il regista Pasquale Scimeca - dentro una casa probabilmente appartenuta a un ricco mercante". Un mistero, dunque, e tante domande senza riposta.
"Continuano a contattarci studiosi islamici di prestigio internazionale - spiega Guseppe Cadili - per la traduzione delle scritte e per capire il periodo storico: attraverso il libro vogliamo condividere questa scoperta, non speculare. E invitiamo il ministro delle Cultura Dario Franceschini a visitare questa stanza". Qualunque sia l'origine dell'abitazione, una cosa mette tutti d'accordo: Palermo e le sue culture, dominazioni, fedi e arti riaffiorano ancora oggi con tutta la loro forza storica e artistica e, per dirla con le parole dello storico Gaetano Basile, "ci dà la sensazione di avere molte vie cittadine".