(ANSA) - PALERMO, 5 MAG - Renzi? Un nome da pronunciare con un seguito di epiteti e scongiuri. I politici? Sono da mandare "tutti a casa". Tutti, tranne Antonio Ingroia ora suo difensore.
Pino Maniaci usava espressioni trancianti nei confronti della politica. In pubblico ne prendeva le distanze ma in privato aspirava anche lui a una carriera di parlamentare con le indennità, i benefici, la scorta. Le segrete ambizioni del direttore di Telejato erano venute allo scoperto nel gennaio 2013: in vista delle elezioni politiche erano stati affissi in Sicilia, e soprattutto a Palermo e Catania, manifesti con l'immagine di Maniaci. Ne annunciavano la candidatura al Senato nella "Lista del popolo" che si proponeva di dare il "potere ai cittadini" e di "mandare tutti a casa". Ma lui si era affrettato a smentire. Aveva promesso, è vero, il suo appoggio al movimento, nato nel giro delle emittenti private siciliane in difficoltà per il passaggio al digitale terrestre, fino a quando cercava un collegamento con il Pd ma poi il Pd aveva detto no e la lista si era spostata nell'area di centrodestra. Maniaci si era allora fatto da parte perché, aveva spiegato, non aveva "nulla a che fare" con quella storia. Aveva rinunciato alla candidatura e alla fine aveva scelto di sostenere Ingroia con la sua lista di "Azione civile".
Il progetto di Maniaci di entrare in politica era stato accantonato? Ufficialmente sì ma sotto sotto restava in piedi.
Il 5 febbraio 2015 è alla Camera dei deputati. Negli ultimi tempi gli capita spesso di frequentare i Palazzi romani: a settembre è stato anche sentito dalla Commissione antimafia nell'ambito di un'indagine sui giornalisti minacciati. Ora però i suoi incontri sono seguiti dai carabinieri che lo tengono d'occhio da quando indagano sui presunti ricatti del direttore di Telejato. Durante una pausa tra un incontro e l'altro alla Camera viene intercettato mentre parla con l'amante. Con lei Maniaci mette a nudo i suoi progetti da uomo politico. Ha davanti a sé due possibili candidature: una come sindaco di Partinico, dove ormai è un personaggio conosciuto e temuto, e l'altra come parlamentare. Ma in realtà l'opzione è una sola.
Maniaci ha scelto di puntare alla Camera mettendo prima di tutto nel conto l'indennità parlamentare e gli altri benefici riconosciuti ai deputati. All'amica confida: "Ti dissi: faccio il sindaco o faccio l'onorevole? Il sindaco è duemila euro al mese, l'onorevole è ventiduemila. Deputato significa che andiamo a stare a Roma e, gioia mia, ventiduemila euro al mese... Il sindaco invece a Partinico si rompe il culo e devi prenderti i 'cornuti' dai cristiani...". Da deputato la prospettiva cambia: "Uno deve salire in auto blu, onorevole, la scorta, l'autista". Insomma, è tutta un'altra vita. Meglio deputato che sindaco. Parola di giornalista antimafia. (ANSA).