"Vedi, una statua gli devono fare... una statua... una statua allo zio Ciccio che vale. Padre Pio ci devono mettere allo zio Ciccio e a quello accanto...
Quelli sono i Santi". Così uno dei mafiosi fermati dalla Dda di Palermo che ha messo in cella boss e favoreggiatori del latitante Matteo Messina Denaro a marzo scorso parlavano, non sapendo di essere intercettati, di Matteo Messina Denaro e del padre Francesco, capomafia di Castelvetrano morto nel 1998. Don Ciccio e il figlio vengono accostati dai due interlocutori, uno dei quali cognato del boss ricercato, ai santi e a padre Pio, e vengono idolatratati: "Io ho le mie vedute... che c… vuoi?", prosegue uno dei due. "Significa essere colpevole? Arrestami. Che spacchiu (cavolo ndr) hai? Che fa? non posso dire quello che penso?".
"E' potuto essere stragista... cosa minchia sia a me… le cose giuste", spiega uno dei due che fa un paragone tra i boss alla classe politica. "Voialtri tanto mangiate. State facendo diventare un paese... l'Italia è uno stivale pieno di merda...
uno stivale pieno di merda... le persone sono scontente… questo voi fate… e… glielo posso dire? Arrestami... che minchia vuoi?".
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