Nella loro villa il 25 aprile di
due anni fa circa 300 persone festeggiarono l'allora vice
premier Matteo Salvini, che era giunto a Monreale per sostenere
il candidato a sindaco della Lega, Giuseppe Romanotto, che poi
non fu eletto. Un pranzo a base di prodotti tipici siciliani,
nella vicina Pioppo nel palermitano, a casa del consigliere
comunale del Carroccio, Giuseppe La Corte, il cui padre
Giovanni, 61 anni, fu rinviato a giudizio per violenza sessuale
nei confronti di una sua collega di lavoro che lo aveva
denunciato nel 2014. Accuse dalle quali l'imputato è stato
assolto.
"Il nostro familiare, assistito dall'avvocato Francesco Riggio,
è stato considerato e trattato come colpevole di un reato
ignominioso, oltraggioso e volgare che ora sappiamo non essersi
mai verificato", affermano i congiunti di La Corte che
sostengono di essere stati "screditati su più fronti: a livello
politico e a livello personale".
"Anche la visita dell'allora Ministro degli Interni Matteo
Salvini presso la nostra villa, è stata oggetto di insinuazioni
che tendevano chiaramente a screditare l' immagine politica di
persone pulite e oneste", prosegue la nota.
"Chiaramente nessuna dichiarazione potrà mai sanare e far
dimenticare le umiliazioni e le sofferenze di questi ultimi 7
anni, ma oggi finalmente la giustizia ha trionfato - conclude la
nota - e di questa grande gioia la famiglia dà notizia
ringraziando l'avvocato Riggio per il sostegno umano e
professionale e tutti gli amici che sono stati vicini aspettando
e confidando nell'arrivo di questo giorno".
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