L'arresto di Matteo Messina Denaro
assesta un colpo decisivo alla componente stragista della mafia
e apre scenari inesplorati. Sul significato della cattura
dell'ultimo grande latitante di Cosa nostra e sui prossimi
indirizzi investigativi interviene il presidente della Corte
d'appello di Palermo, Matteo Frasca, nella relazione per
l'apertura dell'anno giudiziario. Il testo è stato pubblicato
nel sito web della Corte. Come è già accaduto con altre figure
del vertice mafioso, la fine della latitanza del boss
costituisce senza dubbio, secondo Frasca, "un momento di grande
importanza sia perché probabilmente completa la lunga e
difficile operazione di smantellamento della componente
stragista dell'organizzazione, sia perché apre prospettive
investigative potenzialmente straordinarie che l'azione corale
delle istituzioni potrà valorizzare in direzione di ambiti
diversi da quelli strettamente connessi con il latitante".
Un passaggio della relazione coglie il senso delle reazioni
suscitate dall'arresto di Messina Denaro ma anche il rischio di
un facile trionfalismo. "Scaldano il cuore - si legge nel
documento - le manifestazioni di giubilo di quei cittadini che
hanno espresso soddisfazione e apprezzamento per l'operato dei
carabinieri, così come fanno ben sperare le iniziative,
soprattutto di giovani e di bambini, che, esternando
pubblicamente e gioiosamente la netta presa di distanza da Cosa
nostra, ripongono consapevole speranza che anche queste
operazioni contribuiscano ad arrivare alla verità sui misteri
ancora non risolti di questo Paese".
"Raggiungere la verità - aggiunge Frasca - è un diritto dei
familiari delle vittime e della comunità ed è un dovere delle
Istituzioni. Peraltro, è triste constatare che, accanto a queste
manifestazioni che richiamano il 'fresco profumo di libertà' di
cui parlava Paolo Borsellino, persistano ancora sacche più o
meno ampie di indifferenza e disinteresse, se non quando di
dissenso, che impongono di non indulgere a facili e pericolosi
trionfalismi".
"La inquietante rete di protezione a diversi livelli di cui
ha beneficiato il latitante, senza la quale non avrebbe potuto
sottrarsi per così lungo tempo alla cattura, pone - avverte
Frasca - seri interrogativi e apre scenari per certi versi
inesplorati sul grado di penetrazione di Cosa nostra nel tessuto
sociale e istituzionale".
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