(ANSA) - PALERMO, 19 OTT - Per la prima volta è stato
eseguito con successo un intervento di asportazione di tumore
del colon con metastasi peritoneali (carcinosi peritoneale) su
un paziente di 42 anni, nell'unità di chirurgia dell'ospedale
Buccheri La Ferla Fatebenefratelli, diretta da Cosimo Callari.
All'uomo è stato asportato il tumore recidivo e il peritoneo, la
membrana dell'addome. Durante l'intervento è stata effettuata
un'infusione intraoperatoria di chemioterapico ad alta
temperatura (Hipec). E' una tecnica che prevede l'impiego dei
farmaci chemioterapici direttamente in cavità addominale là dove
il tumore si localizza attraverso un "lavaggio" ad alta
temperatura (41-42 gradi). Il paziente è stato dimesso dopo
sette giorni di degenza in buone condizioni generali. Il
delicato intervento è stato portato a termine da Dario Di
Miceli, responsabile dell'unità di chirurgia oncologica e da
Guido Martorana, responsabile dell'unità di chirurgia
laparoscopica avanzata. "Il successo dell'intervento - dice il
dottore Cosimo Callari - è frutto della collaborazione del
lavoro di équipe, in modo particolare con l'unità di anestesia e
rianimazione, diretta dal collega Luciano Calderone, e con
l'unità di oncologia, diretta da Nicolò Borsellino".
L'intervento è il risultato di un nuovo modello organizzativo
iniziato e portato avanti dal dottore Cosimo Callari. Ogni anno
in Italia la carcinosi peritoneale colpisce circa 25mila persone
con un significativo peggioramento sia della prognosi sia della
qualità della vita dei pazienti. La chemioterapia classica in
questi casi non offre, una reale capacità di contenimento della
crescita tumorale. Nell'ultimo anno sono stati effettuati circa
90 interventi di chirurgia oncologica, soprattutto tumori del
colon e del retto e circa 100 interventi di chirurgia
bariatrica. "Il nostro sforzo organizzativo - dice Santi Mauro
Gioè, direttore sanitario - ha fatto registrare una diminuzione
delle giornate medie di degenza dei ricoveri. Ciò ha permesso di
svolgere a parità di posti letto non solo attività chirurgica
proveniente da pronto soccorso ma di dedicare spazio ad alta
complessità contribuendo ad evitare la mobilità sanitaria dei
nostri pazienti verso altre regioni". (ANSA).