Circa dodicimila volumi
iperselezionati e tantissimi faldoni con un immenso archivio
personale di uno degli studiosi più importanti del Novecento e
dei primi vent'anni di questo secolo. Si inaugurerà giovedì 30
giugno a Palermo, nella sede di Palazzo Tarallo, in via delle
Pergole 74, la Biblioteca Paolo Fabbri, la più grande raccolta
di testi sulla semiotica e le scienze umane d'Europa aprirà nel
cuore di Ballarò.
Alla cerimonia accanto a Gianfranco Marrone, che in qualità di
Presidente del Circolo semiologico siciliano ha ricevuto in
eredità tutto questo materiale direttamente da Fabbri, col quale
era amico, ci saranno Roberto Lagalla, sindaco di Palermo,
Massimo Midiri, Rettore dell'Università, Michele Cometa,
Direttore del Dipartimento Culture e società, Patrizia
Monterosso, Direttore della Fondazione Federico II, Rosario
Perricone, Direttore del Museo internazionale delle Marionette.
Terranno delle brevi relazioni in memoria di Paolo Fabbri due
suoi illustri compagni di strada: Jacques Fontanille,
dell'Università di Limoges, e Isabella Pezzini, della Sapienza
di Roma. Sarà presente la vedova, Simonetta Franci Fabbri, che
ha seguito passo passo tutte le fasi di realizzazione della
Biblioteca palermitana.
"Paolo Fabbri era un uomo di parola - osserva Marrone. Da
semiologo di prima classe qual era, studiava i linguaggi, i
discorsi, i testi, le immagini, i media, e con essi tutto ciò
che le culture umane usano per comunicare. Ed era di parola
nella vita. M'aveva detto, tempo fa, che avrebbe lasciato la sua
biblioteca e il suo archivio a quel Circolo semiologico
siciliano col quale aveva avuto spesso occasione di collaborare;
e avrebbe disposto nel testamento che Palermo, città nella cui
Università aveva insegnato, sarebbe stata destinataria del suo
intero patrimonio spirituale". E così quei libri e quei
documenti (anche in versione informatica) che aveva accumulato
in sessant'anni di impegno e di studio, di solida e continua
ricerca nel campo della scienza dei segni, della linguistica e
della filosofia, dell'antropologia e della sociologia, della
teoria dell'arte e delle comunicazioni di massa, sono arrivati.
"Dopo una lunga malattia vissuta con estrema dignità - aggiunge
Marrone - Paolo è venuto a mancare i primi di giugno del 2020.
Esattamente due anni fa". Mantenuta la parola, il suo archivio,
i suoi libri, perfino le scaffalature che li contenevano, sono
giunti nella nostra città, e sono disposti in buon'ordine a
Palazzo Tarallo, dove già si trovano altre illustri biblioteche
cittadine".
In Italia Fabbri ha insegnato a Bologna, Urbino, Venezia, Roma,
Milano e, appunto, Palermo. Gran parte della sua ricerca l'ha
svolta a Parigi, dove ha seguito sin dai primi anni 60 i
seminari di Lucien Goldmann e Roland Barthes, per diventare ben
presto il principale collaboratore di Algirdas Greimas, suo
riconosciuto maestro.
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