"'Il Paese evidentemente sta male perché se abbiamo paura di un temporale vuol dire che il territorio non è più in grado di assorbire le precipitazioni anche se si non tratta di una cosiddetta 'bomba d'acqua'. Questo è emblematico di un sistema che sta collassando''. Lo dice all'ANSA Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei geologi.
''La cosa che mi preoccupa - continua - è che ancora non si è del tutto percepito, sotto il profilo culturale, che dobbiamo allontanare i nostri interessi, ovvero le nostre case, le nostre fabbriche, dalle zone che hanno una normale pericolosità e che poi noi stessi, urbanizzando, facciamo diventare a rischio elevato. In particolare, dobbiamo allontanarci fisicamente dalle aeree di esondazione di fiumi, canali o torrenti che nella loro naturale evoluzione periodicamente vanno oltre gli argini. Dobbiamo delocalizzare se ci sono strutture che insistono in queste aree e non lottizzare più a ridosso. Questo cambio culturale è ancora lontano da intravederlo''.
Secondo Graziano, le principali aree a rischio sono ''innanzitutto tutte le aeree metropolitane perché sono ad alta densità abitativa. Non solo per le micro-frane ma anche per le esondazioni causate da una urbanizzazione scellerata, magari soltanto perché nel corso degli anni molti torrenti sono stati cementificati e si continua a farlo. Ecco che allora basta un po' di pioggia - conclude - per mettere a repentaglio le vite umane''.
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