Decine di milioni di euro investiti in un triennio per potenziare i sistemi di videosorveglianza, i controlli delle linee e le attività anti-intrusione con un solo obiettivo: "far sì che i viaggi sui treni delle ferrovie italiane siano sempre meno esposti al rischio di reati". E' quanto dice all'ANSA Franco Fiumara, Direttore Centrale di Protezione Aziendale di Ferrovie dello Stato, il responsabile della security aziendale, dopo l'attacco No Tav al nodo ferroviario di Bologna, "fatto per colpire le infrastrutture dello Stato - precisa subito -, non le persone". "Ma sia chiaro - sottolinea Fiumara - sventare i reati con le sole misure ferroviarie è una tesi insostenibile. La sicurezza è una questione di polizia e di intelligence, alle quali, doverosamente, le Ferrovie dello Stato offrono massima collaborazione".
Fiumara - che è anche presidente di Colpofer, associazione internazionale che riunisce i rappresentanti delle strutture aziendali e delle Autorità di Polizia responsabili della security in ambito ferroviario di 24 Paesi - elenca uno a uno i raid degli ultimi mesi firmati No Tav, con una certezza: "in nessun caso è stata messa in pericolo la sicurezza dei viaggiatori. I sistemi sono oltremodo sofisticati - dice - e garantiscono il blocco in automatico se si perde il controllo della circolazione". Gli stessi gruppi che hanno agito, "commettendo gravi reati, hanno voluto colpire lo Stato, non le persone: la loro strategia finora è stata quella di prendere di mira le infrastrutture primarie, comprese le ferrovie".
In definitiva, hanno di volta in volta inserito "un granello di sabbia negli ingranaggi del potere", come recita un "manuale del sabotatore", fino a qualche tempo fa reperibile in internet e ora sparito anche dal web. Di fronte alle minacce, le Ferrovie hanno costantemente risposto. Spiega Fiumara: "è stato potenziato il personale che di notte controlla le linee; ogni giorno, prima della partenza del primo treno dell'Alta Velocità, vi è un controllo capillare di linee e impianti; sono stati implementati i controlli a bordo dei treni". "C'è un controllo intenso - assicura Fiumara - svolto, in modo a volte visibile a volte no, dal personale di Protezione Aziendale del Gruppo FS e da quello della Polizia Ferroviaria, che operano con la massima interazione. Un modo di operare che, grazie ai continui e costanti rapporti con le strutture ferroviarie di sicurezza, sia pubbliche che private, sia europee che extraeuropee, fa delle Ferrovie Italiane - conclude - un modello di riferimento al quale oggi guardano tutte le ferrovie mondiali, con l'intenzione di adottarlo".
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