Tokyo, 2 novembre 2007 - "Sono fermamente convinto che se Paul Tibbets fosse stato a conoscenza degli effetti disumani della bomba atomica, e li avesse visti in prima persona, si sarebbe rifiutato di portare a termine quella missione": cosi' Koichiro Maeda, direttore del museo commemorativo sulla bomba di Hiroshima, commenta all'ANSA la scomparsa avvenuta ieri del pilota statunitense dell' 'Enola Gay', che il 6 agosto 1945 inceneri' la citta' giapponese nel primo olocausto atomico della storia.
La citta' di Hiroshima, sebbene i sopravvissuti della bomba, i cosiddetti 'hibakusha' ('vittima di esplosione'), stiano pian piano scomparendo insieme alle loro tragiche memorie e testimonianze, non dimentica chi 62 anni fa quella strage l'ha materialmente causata e poi tenacemente difesa, nel corso dei decenni e fino alla fine: Tibbets, morto a 92 anni, non era mai voluto tornare a Hiroshima a visitare la citta' risorta dalle sue ceneri, ne' il museo della Pace, agghiacciante testimonianza di quello che i superstiti hanno piu' volte ricordato come un "inferno sulla terra". Per tutta la vita il pilota non ha mai espresso rimorsi per il ruolo avuto nel bombardamento, dicendosi convinto che in realta' la sua missione avesse salvato numerose vite obbligando i militaristi nipponici a concludere immediatamente il conflitto che avevano cominciato bombardando la base militare statunitense di Pearl Harbor.
Fanno eco a Maeda, primo non 'hibakusha' a dirigere il museo commemorativo, intento a rinnovare la struttura ponendo l'accento sulle testimonianze dirette e le implicazioni dell'inizio dell'era atomica, le voci dei superstiti del bombardamento del 1945: l'associazione che riunisce i pochi esponenti ancora in vita ha pubblicato oggi una nota in cui si rammarica che "Tibbets non abbia mai chiesto scusa". Un esponente dell'associazione ha dichiarato che il pilota statunitense, che aveva spesso assicurato di "dormire sonni tranquilli", avrebbe dovuto compiere almeno una visita al museo di Hiroshima dove sono raccolte le testimonianze delle immense devastazioni e sofferenze umane provocate dai bombardamenti. La bomba atomica sganciata su Hiroshima ha causato ufficialmente 247.787 vittime, di cui 70.000-100.000 sul colpo, anche se le associazioni civiche sono concordi nel ritenere questa cifra un'approssimazione al ribasso. Molti infatti sono i morti mai identificati, cosi' come le persone decedute per effetti delle radiazioni, ma non registrate nelle liste 'ufficiali'. Non vanno poi dimenticati i 300.000 sopravvissuti 'hibakusha', dei quali finora 140.000 morti dopo lunghe sofferenze fisiche e psichiche.
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