Sono state almeno 158 le persone giustiziate nel 2015 in Arabia Saudita, che oggi ha annunciato le esecuzioni di altre 47 persone tra le quali lo Sheikh sciita Nimr al Nimr e il leader locale di Al Qaida Fares al Shuwail. Si tratta del numero più alto di persone messe a morte negli ultimi 20 anni: una tendenza che vede il Regno saudita accomunato al nemico sciita nella regione, l'Iran, il Paese che ha visto una crescita esponenziale delle esecuzioni nell'ultimo ventennio e che detiene il record del più alto numero di persone giustiziate al mondo rispetto al totale della popolazione. Secondo l'Onu, le esecuzioni capitali in Iran fino alla fine della scorsa estate sono state 694, di cui 33 in pubblico, ma secondo Amnesty International il numero potrebbe aver superato i mille entro la fine dell'anno. Sia in Arabia Saudita sia in Iran, inoltre, si può essere giustiziati per crimini commessi da minorenni. Si ritiene comunque che il Paese con il più alto numero in assoluto di esecuzioni al mondo sia la Cina, anche se non esistono dati precisi in materia perché sono considerati segreto di Stato. In Arabia Saudita, dove spesso le esecuzioni avvengono tramite decapitazione e in pubblico, i reati più comuni per i quali si è condannati a morte sono l'omicidio, il traffico di stupefacenti e lo stupro. In teoria la pena capitale è prevista anche per l'adulterio e l'apostasia, anche se in questi casi viene applicata di rado. La medesima situazione si registra in Iran, dove è prevista la condanna a morte anche per l'omosessualità e le esecuzioni avvengono per impiccagione. Nessuno Tocchi Caino teme che il 2016 vedrà un'ulteriore "escalation nella pratica della pena di morte" in Arabia Saudita in nome della "guerra al terrorismo", dopo che Riad "si è posta alla testa della Grande Coalizione anti-Stato Islamico".
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