(Aggiorna e sostituisce servizio delle 21.26)
(di Rosanna Pugliese) L'emozione è
tangibile, in tutti, al momento della consegna di questo Orso
d'oro: persino a Meryl Streep, che lo annuncia, sul palco della
66/ima Berlinale, trema la voce, quando dice che sarà premiato
Granfranco Rosi per il suo "Fuocoammare".
Le immagini di Lampedusa, a Berlino, nel Paese che ha accolto
un milione di profughi nel 2015, hanno turbato e commosso. E il
regista del film documentario dedica l'Orso alle vittime: "Il
mio pensiero va a tutti coloro che a Lampedusa non sono mai
arrivati nel loro viaggio della speranza - esordisce - e alla
gente di Lampedusa, che da venti, trenta anni apre il suo cuore
a chi arriva". "È inaccettabile - aggiunge che la gente muoia a
mare, mentre cerca di superare le frontiere".
E questo, sottolinea a fine serata in conferenza stampa "non
vuole essere un film politico, anche se forse lo è a
prescindere". C'è un messaggio nell'isola che tutti devono fare
proprio: "Quando chiesi al dottore come mai Lampedusa fosse così
generosa - racconta Rosi - lui mi rispose: perché siamo una
terra di pescatori, e i pescatori accolgono quello che viene dal
mare. Dovremmo imparare tutti a essere un po' più pescatori". Ed
è il suo eroe, il medico Pietro Bartolo, a dire in conferenza
stampa: "Anche pochi minuti fa, stasera, c'é stato no sbarco a
Lampedusa, di 350 persone. Il mare è vita, non deve essere un
cimitero".
Fra i premiati con gli orsi d'argento: premio gran Giuria a
"Mort à Sarajevo" di Danis Tanovic, alla regista Mia Hansen-Love
per il film francese "L'avenir". La danese Trine Dyrlholm,
protagonista de "La Comune" di Thomas Vinterberg si è
aggiudicata il premio come migliore attrice. Il tunisino Majd
Mastoura ha ricevuto l'orso come migliore attore, per "Inhebbek
Hedi", mentre il premio alla migliore sceneggiatura è andato al
polacco "United States of love" di Tomasz Wasilewski.
Orso per il film che apre nuove prospettive a "Lullaby to the
Sorrowful Mystery" di Lav Diaz. Infine, premio per una
particolare prestazione artistica a Mark Lee Ping- Bing, per il
film "Chang Jiang Tu" (Crosscurrent) di Yang Tao. L'orso d'oro
al corto è andato a "Balada de um Batraquio" di Leonor Teles.
L'acclamatissimo vincitore della serata, sul red carpet,
pochi minuti prima di aggiudicarsi la Berlinale, ha detto
all'ANSA: "Quello che è arrivato ieri dall'Austria, che si sta
chiudendo, non e' certo un bell'esempio. L'Europa deve agire
assieme". C'è anche un giornalista polacco, che gli chiede che
messaggio intenda inviare a Varsavia, dove il governo sta
blindando il paese di fronte all'emergenza rifugiati: "Direi di
non essere cosÌ spaventati, anche perché questo fenomeno non si
può fermare".
Quale politico dovrebbe vedere il film invece in Italia? "Lo
farei vedere a tutti, soprattutto i più tosto. E a Matteo
Salvini". "L'Italia comunque ha fatto tanto e da sola per
venti anni, ora non è più il momento che i singoli stati
agiscano per conto loro. Deve esserci una risposta europea".
"L'Europa farà una brutta fine - aggiunge ancora - se non
inizierà a pensare in maniera più europea, e meno nazionale".
Rosi dedica un passaggio anche alla Germania, pur non volendo
commentare l'opera politica di Angela Merkel: "Per i tedeschi
Lampedusa è sempre stato un fenomeno che doveva risolvere
l'Italia. Adesso L'Europa inizia a reagire, si è accorta del
problema, ma non è ancora abbastanza".
Dal palco, a fianco al direttore Dieter Kosslik, e alla
Streep, presidente della giuria 2016, Rosi si concede
infine una nota privata, intima: "Vorrei salutare Emma, mia
figlia - dice, mentre le telecamere la inquadrano -. Sono stato
a Lampedusa un anno e mezzo e ti ho vista solo pochi giorni.
Quest'anno staremo insieme di più", le promette.
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